Bargellini, gran genio e mecenate

La lettera. Risponde Beppe Boni

Bologna, 28 settembre 2023 – Giorni fa è scomparso l’imprenditore di Pieve di Cento Giulio Bargellini, fondatore dell’azienda internazionale Ova e del Museo di arte moderna Magi. So che è stato un imprenditore visionario, capace di creare dal nulla un impero industriale. Non lo conoscevo di persona ma so che era molto stimato dai colleghi e dalla collettività. Ho letto che ai suoi funerali c’erano centinaia di persone. Credo lo abbia davvero meritato. Mi piacerebbe conoscere qualcosa di più della sua vita e della sua passione per l’arte.

Sandro Borghi

Risponde Beppe Boni

La gestualità elegante che sembrava provenisse da lontani e nobili natali, la voce semplice e compassata nello stesso tempo, cornice di una passione per l'arte divenuta ragione di vita. Servono poche parole o moltissime per tratteggiare Giulio Bargellini, l'imprenditore mecenate di Pieve di Cento, scomparso a 91 anni dopo un'esistenza divisa fra l'Ova, sua creatura, azienda internazionale nel campo elettrico poi venduta ai francesi, e il suo museo privato di arte moderna che poi è privato non era. Cedette l'azienda che viaggiava come un treno ad alta velocità per dedicarsi proprio e solo all'arte e alla beneficenza perchè nella sua filosofia di vita Giulio Bargellini aveva in testa la meravigliosa idea di restituire in qualche modo alla comunità parte della fortuna che egli aveva avuto e che aveva costruito dal nulla. Vendette l'Ova che guadagnava milioni per dedicarsi al museo che ogni anno gli costava mezzo milione. "Lo sapevo già - ripeteva a chi glielo faceva notare - ma questa è la mia missione". Trovatene un altro fatto così, se ci riuscite. Nel suo regno, il museo Magi, era felice come un re senza corona. Magi significa Museo d’arte delle generazioni italiane del ’900. È la collezione privata disposta su sei piani che Giulio Bargellini ha costruito come una casa mattone su mattone, pietra su pietra, messa a disposizione degli amanti del bello, la più importante raccolta di pittura e scultura del secolo che va dal 1875 in poi, 7.500 metri quadrati di superficie espositiva, due ascensori. "Sono in concorrenza col Moma di New York", diceva scherzando, ma forse lo pensava davvero. Il suo piacere personale era ospitare persone e gruppi che apprezzassero la collezione. Non voleva tenerla per sè perchè l'ha sempre considerata un bene comune che egli teneva in custodia. Due giorni fa la piazza di Pieve di Cento era affollata come non si era mai visto. C'erano familiari, amici, conoscenti, ma anche tanti cittadini che lo hanno stimato senza mai avergli stretto la mano di persona ma che avrebbero voluto farlo. La chiesa della Collegiata che lo ha ospitato per l'ultimo saluto ebbe un aiuto proprio da lui. Durante l'ultimo terremoto la struttura fu danneggiata e Giulio Bargellini si rese disponibile ad ospitare i quadri e il crocifisso collocati all'interno. Il suo ricordo resterà un esempio.

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