ALESSANDRO GALLO
Editoriale
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Bologna alza la voce, Virtus in finale. La Fortitudo spera ancora

La Virtus conquista la terza finale scudetto consecutiva, la Fortitudo costringe Cremona prima a un supplementare, poi alla quarta gara domenica. Fa festa Basket City che si ritrova nella serata più difficile. Soprattutto la Virtus, che aveva dominato le prime due sfide con Tortona. A Casale Monferrato la musica è diversa. Cordinier commette subito due falli, Leo Candi, che forse sente aria di derby, si esalta. E all’intervallo Tortona è avanti per 55-39. Ma Scariolo (vittoria numero 100 per lui da quando guida la Virtus) dice le parole giuste ai suoi durante l’intervallo. Soprattutto da tecnico di spessore – adesso volerà a Toronto per capire se potrà andare realmente ai Raptors – si inventa una zona 3-2 molto aggressiva sulla quale Tortona si pianta. A quota 70 il pareggio di Mickey. Dello stesso Mickey il primo sorpasso, 72-73. Che sia una Virtus diversa lo si capisce da come difende anche Teodosic. Finisce così 82-89. E’ una squadra che cambia volto e che adesso, unica imbattuta in questi playoff, giocherà contro Milano per provare a riprendersi quanto perso un anno fa. E la Fortitudo? Con uno straniero solo (Vasl ancora non pervenuto) pesca il gol di Matteo Fantinelli, il capitano grande cuore segna per il 93-92 con cui finisce il match. Ma c’è la firma di tutti. Il presidente Di Pisa esalta Matteo Angori e il giovane coach, che ha preso il posto dell’esonerato Luca Dalmonte, spreme il massimo dal gruppo. Si esalta finalmente Banks, è imprendibile Candussi. Valerione Cucci fa la voce grossa. E’ una Fortitudo che ora proverà a gettare il cuore oltre l’ostacolo. Portare Cremona a gara-cinque. Per farlo, però, bisognerà bissare l’impresa. Con la spinta del PalaDozza, però, nulla è impossibile per Aradori e compagni.