Una sosta provvidenziale. Il Bologna – due pareggi interni inframezzati dalla sconfitta di Napoli – aveva l’assoluta necessità di migliorare e crescere. Vero che si può fare solo allenandosi. Altrettanto vero che la sosta coincide con gli impegni delle nazionali e, per questo motivo, Vincenzo Italiano non avrà la possibilità di approfondire il lavoro con il suo gruppo. La sosta, però, potrebbe consentire agli infortunati di recuperare e, in ogni caso, il Bologna è ancora alla ricerca di quell’equilibrio e quel bel gioco che un anno fa fece innamorare una città, trascinandola pure in Champions League. Ci prova il Bologna a ritrovare il passo giusto anche se, negli ultimi mesi, è cambiato praticamente tutto. Perché Thiago Motta siede sulla panchina della Juventus, mentre Riccardo Calafiori e Joshua Zirkzee hanno preso la strada delle Premier League. E allora? Allora il Bologna non deve vivere di ricordi. Celebrare il proprio passato, certo, ma pensare al presente. E il presente dice che ormai mancano pochi giorni al debutto in Champions con lo Shakhtar Donetsk. Il Bologna è una delle debuttanti, perché l’ultima Champions, quando ancora si chiamava Coppa dei Campioni, è datata 1964. Il tempo per recuperare c’è. Il talento, nonostante gli infortuni e la perdita di alcuni degli anni del campionato scorso, c’è. Il Bologna deve trovare fiducia. Blindando anche quella difesa che, fin qui, ha subito troppo. Ma siamo solo agli inizi. Il tempo per recuperare c’è. Basta crederci.
EditorialeBologna, stop provvidenziale