Editoriale

Bologna, una pausa di riflessione

È stata una pausa di riflessione e si è chiusa senza drammi. La tanto indesiderata sosta per le nazionali non ha pesato troppo sul Bologna, tolta l'inevitabile tassa di stanchezza che qualche giocatore dovrà sicuramente pagare (Lucumì e Posch su tutti). Tutto è rimasto dove l'avevamo lasciato, compreso quel Marko Arnautovic che ormai ci siamo abituati a vedere in borghese. Era infortunato nel post-Salernitana ed è infortunato nel pre-Udinese. Abituiamoci a fare senza di lui, tanto più che l'estate e il mercato si avvicinano. Da questo punto di vista, Thiago è stato un avanguardista giacché dal centravanti austriaco ha cominciato a prescindere quando questi era ancora l'Imprescindibile. Partita dopo partita, scelta impopolare dopo scelta impopolare, il vero top player, invece, è diventato proprio Motta, con il suo calcio posizionale e radicale che ha spinto il Bologna fino alle soglie della zona Europa. Ecco, la sosta ha interrotto il discorso quando si era complicato: l'Udinese domani ci dirà se il più bello sia già passato. Domanda rimasta senza risposta dopo il pari luci e ombre di Salerno. Domani intanto si ripartirà dal calore del Dall'Ara ancora una volta pronto a vestirsi a festa. Loro, Europa o non Europa, ci sono sempre e comunque. Un amore, il loro, che non ha bisogno di pause di riflessione. Qualche ragionamento, invece, dovranno farlo dentro il Bologna, perché nella conferenza di ieri, Thiago ha chiaramente dettato le condizioni per la sua permanenza: vuole idee chiare e un obiettivo reale e condiviso. Do you understand, Joey?