Ormai siamo abituati a nubifragi e tempeste di vento, ma dobbiamo preoccuparci di salvaguardare pianura e soprattutto la montagna perché il clima è cambiato e la violenza del maltempo è frequente. E dobbiamo fare ciò a cominciare dai boschi che sono una grande risorsa da salvaguardare evitando anche il disboscamento che tanti danni ha già provocato in passato. Non ci sono solo l'asfalto delle strade, il tram di Bologna, il passante autostradale ma anche la natura e l'ambiente. Se c'è manutenzione, c'è anche prevenzione. Non dimentichiamolo.
Fausto Sabatini
Risponde Beppe Boni
Chiariamo un punto. La salute dei boschi in montagna è in buono stato in Emilia Romagna come in tutta Italia. Agli inizi del Novecento intere aree erano brulle, oggi sono coperte di vegetazione. Solo dal 1985 al 2015 la superficie italiana dei boschi è salita del 28%, passando da 8,6 milioni di ettari a 11 milioni. Anche in Emilia-Romagna i boschi sono aumentati: secondo il Piano forestale regionale 2014-2020, nella regione circa 543 mila ettari sono coperti (611 mila ettari considerando anche arbusteti, castagneti da frutto, pioppeti), che equivalgono al 25% del territorio. Bene. Ma per evitare guai e dissesto idrogeologico il patrimonio boschivo ha necessità di controllo e manutenzione nei punti più critici. Nei giorni scorsi lo hanno ribadito i carabinieri del Nucleo forestale, insieme ad altri enti comprese le Bonifiche, in una tavola rotonda che si è tenuta a Pavullo sull'Appennino modenese. Vanno puliti i torrenti a valle, ma anche l'ambiente montano ha necessità di cura e non sempre e non dappertutto è positivo lasciare la forestazione ad una crescita spontanea. E se l'obiettivo del piano forestale dell'Emilia Romagna è l'ampliamento dei boschi di pianura, non bisogna dimenticare la manutenzione del patrimonio esistente dalla collina in su.
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