Bologna, 27 ottobre 2024 – Stavo riflettendo, in queste giornate di disastrosa alluvione a Bologna, se davvero era il caso di avviare un'opera come quella del Tram in una città sotto la quale scorrono chilometri di canali tombati, come quello esondato in via Riva di Reno. E' vero che in passato c'era il tram a Bologna ma non c'era il traffico di oggi che comporta una notevole sollecitazione del manto stradale e degli edifici.
Paola Camprini
Risponde Beppe Boni
Il problema del tram è un altro. La sollecitazione del manto stradale esiste già ed è forte per il passaggio degli autobus, molti dei quali di grandi dimensioni e quindi poco raccomandabili per una città che ha un centro antico. Si è visto infatti cosa è successo alla Torre Garisenda. Certo non è sprofondata solo a causa del passaggio dei bus, ma questi hanno contribuito a provocare il disagio strutturale poi sottovalutato negli anni dall'amministrazione comunale. Probabilmente le sollecitazioni della linea del tram saranno inferiori rispetto ai bus in virtù della tecnologia utilizzata. Il problema della linea tramviaria è che viene fortemente contestata dai cittadini e probabilmente si poteva evitare. L'alternativa tracciata dalla giunta del sindaco Giorgio Guazzaloca fu la metropolitana che stando agli studi dei tecnici poteva tranquillamente essere realizzata anche se nel sottosuolo di Bologna scorrono i canali. Se l'hanno fatta a Roma dove sotto terra si incontrano ovunque reperti archeologici si poteva fare anche a Bologna. La sinistra però ha tanto brigato, in buona parte per furore ideologico, finché non l'ha respinta rinunciando ai finanziamenti. Il vero problema oggi è che i canali tombati vanno sottoposti a manutenzione e pulizia come quelli in superficie per evitare, come è accaduto, che esplodano allagando strade e garage.
beppe.boni@ilrestodelcarlino.it