Bologna, 19 settembre 2023 – Condivido le argomentazioni per la città ai 30 all'ora apparse negli articoli dei giorni scorsi. Rimane un problema: come si fa a usare un’auto ai 30 all’ora? Significa procedere in prima/seconda marcia oppure lasciare che la macchina si muova senza dare gas (se si ha cambio automatico) per evitare un un continuo cambio marcia. Non si riesce nemmeno a inserire la velocità automatica, perché inseribile solo dai 40. Meglio investire denaro per controllare che i 50 km orari vengano rispettati. Oppure dire: non si usa più la macchina.
Paolo Belloli
Risponde Beppe Boni
Vero, le motivazioni espresse dall'amministrazione comunale per costringere gli automobilisti a procedere ai 30 all'ora sono teoricamente valide. Ma non sempre la teoria collima con la pratica, tantomeno quando si parla di traffico. Le automobili non nascono per procedere ai 30 all'ora e quindi diventa tecnicamente difficile per molti veicoli rispettare questa regola. Inoltre se le auto, andando a bassa velocità, ci mettono più tempo per raggiungere un luogo, è abbastanza ovvio che stanno accese di più, fanno più ripartenze agli incroci e forse inquinano di più. Se poi si parla di pericolosità delle strade è sotto gli occhi di tutti che la maggioranza degli incidenti stradali si verifica per motivi indipendenti dalla velocità e su vie a grande scorrimento. Impedire ad un veicolo di procedere ai 40/50 all'ora per qualche tratto in città non cambierà la situazione. Come sottolineato più volte sarebbe invece più efficace dotare di dissuasori della velocità a terra (insieme ad altri accorgimenti) le strade considerate più pericolose o quelle che scorrono accanto a scuole, luoghi di grande affluenza di pedoni o comunque considerate rischiose se i veicoli procedono a velocità sostenuta. A queste considerazioni si aggiungono i dubbi delle cooperative di taxisti e dei commercianti che già sono sul piede di guerra per i troppi cantieri che vanno a sommarsi al nuovo limite. Dice cose molto sensate Rita Ghedini, presidente di Legacoop, secondo la quale va studiata una dinamica diversa fra trasporto pubblico e privato. Inoltre, afferma sempre Ghedini, imporre in modo trasversale il divieto interferisce inevitabilmente sulla vita di tutta la città con conseguenze non sempre positive. Parole sagge.