Il turismo della riviera emiliano-romagnola (per lo più semestrale, aprile-settembre, e stiamo larghi) vale più del 70% di tutto il turismo annuale della regione. Negli anni Ottanta superava l'80%. Con tutto il rispetto per le città d'arte, la montagna, le chimere come Fico, la motor-valley varie eccetera eccetera, l'Emilia-Romagna non ne può fare e non ne potrà mai fare a meno. Ma visto che le cose non vanno più come una volta, servono scelte coraggiose. E' il momento di scelte coraggiose. Scelte che vanno prese subito perché non è vero, Madama la Marchesa, che in Emilia-Romagna va sempre e solo tutto bene, gli amministratori pubblici sono bravissimi, gli imprenditori geni dell'ospitalità. Oggi la concorrenza è spietata e l'unico modo per stare al passo coi tempi è presentare un'offerta che possa creare poi domande. Coi voli low cost si va ovunque e a prezzi bassi. In Romagna no, è complicato. Passi per il Riminese, ma se un turista vuole andare in villeggiatura nella Costa Ravennate, mal servita dai treni e dagli aerei, arrivare è un'odissea. Per le auto c'è la solita infernale coda dell'A14. E allora buttiamo là un'idea, che negli equilibri politici che regnano da sempre la regione potrà sembrare un'eresia, ma rifletteteci bene e capirete che non lo è. Scrivevamo, la settimana scorsa, che nel 2023 i polacchi erano stati i turisti stranieri col più alto numero di presenze a Rimini. I polacchi... Strano, no? No, normale. Normale perché un anno fa c'erano tre voli settimanali Rimini-Polonia. Rimini, la sua città, la sua provincia, è da sempre la capitale del turismo della nostra riviera. Smettiamola con le mini concorrenze campanilistiche con Cesenatico, Cervia, Milano Marittima o Marina di Ravenna. A Rimini c'è un aeroporto, ancora utilizzato a metà. O anche meno. Quell'aeroporto, invece, può e deve diventare il nuovo e grande richiamo turistico del brand Romagna. Atterri a Rimini e in un attimo vai in spiaggia, dove vuoi. In un attimo solo se crei, però, anche un collegamento (il metrò di costa, ad esempio, rivisto e allargato) con tutta la Riviera, fino ai Lidi Ravennati, col tempo magari fino ai Lidi Ferraresi. Venti voli al giorno e la Romagna, il brand Romagna, tornerà ad essere invaso. Diventerà molto più comodo arrivare in aereo pure da Milano, o da Napoli o da Roma, non solo da Barcellona. E gli altri aeroporti? Facciamocene, se ne facciano, una ragione. Bologna resta Bologna, la regina, ma non può mangiarsi tutto. Se un turista vuole andare in spiaggia a Rimini o a Cervia deve atterrare a Rimini, non a Bologna. Punto. Forlì può servire da supporto sia per Bologna che per Rimini e comunque un suo spazio può trovarlo; Parma è proprio un altro mondo. Ciò che conta è muoversi, senza scuse. Anche perché servirebbero anni di lavoro per arrivare a ciò e abbiamo visto che in Emilia-Romagna con le infrastrutture ormai si cammina alla velocità delle lumache (Passante, Bretella, Cispadana, eccetera eccetera...) Fra ruolo del pubblico e del privato, i nostri politici si sono arrampicati sugli specchi negli ultimi trent'anni. E non hanno combinato nulla, mentre il mondo cambiava tutto. Bravi i due candidati alla carica di governatore, de Pascale e Ugolini, agli antipodi come idee politiche: hanno entrambi più o meno detto che, se vinceranno, vorranno dare una forte regia regionale al sistema aeroportuale. Regia finora esistente. Ecco, è questa la vera scommessa turistica per il futuro. Il resto è soprattutto fuffa.
EditorialeCoraggio, Rimini capitale