Coronavirus, i Tartari sono infine arrivati. E noi dormivamo

I Tartari sono infine arrivati ma, come per il sottotenente Giovanni Drogo nel ’Deserto’ di Dino Buzzati, è ormai troppo tardi. I contagiati dal coronavirus sono ormai decine e decine mentre scriviamo e domani chissà, saranno forse centinaia; ci sono dei morti; e soprattutto è scesa su tutti noi, a paralizzarci, la Grande Paura.  Doveva pensarci prima, il nostro governo, a prendere sul serio un’epidemia che altri governi hanno preso sul serio: invece, solo ieri a tarda sera sono usciti dal consiglio dei ministri con misure emergenziali che non sappiamo quanto possano rivelarsi efficaci, ma che di certo sono tardive. Molto tardive. Colpevolmente tardive. Prese dopo aver passato settimane a bollare di razzismo e fascioleghismo chi chiedeva le elementari misure invocate dalla scienza: e cioè la quarantena per chiunque arrivasse in Italia provenendo dalla Cina.

Che c’entrava il razzismo? Intanto, neppure i più beceri razzisti nostrani se la sono mai presa coi cinesi. Altri sono i loro bersagli: neri, nordafricani, rom. I cinesi vivono nel nostro Paese da decenni, anche da più di un secolo in certe città, e mai si sono verificati episodi di intolleranza. E poi i governatori del Nord – la prima parte d’Italia a essere raggiunta dal contagio, e speriamo anche l’ultima, ma ne dubitiamo – avevano chiesto la quarantena per chiunque arrivasse dalla Cina: sia esso cinese o italiano, americano o norvegese. Ci si è limitati a bloccare i voli diretti dalla Cina, ignorando quelli indiretti, cioè chi faceva scali in altri aeroporti europei prima di proseguire per l’Italia. E ci si è limitati a misurare la febbre a chi sbarcava, misura definita una barzelletta da ogni virologo serio, visto, che si può avere il virus anche senza avere – o senza avere ancora – la febbre.

Chi chiedeva la quarantena è stato accusato di xenofobia e di sciaccallaggio politico: ma a strumentalizzare ideologicamente l’emergenza è stato, al contrario, chi non ha perso l’occasione per appiccicarsi sulla giubba una medaglia da anti-razzista in nome di un politicamente corretto mai così ingiustificato, stupido, ottuso. I Tartari sono dunque arrivati senza incontrare neppure troppa resistenza. Ora affrontiamoli senza cadere nel panico, perché l’Oms ci dice che il tasso di mortalità è molto basso, e perché abbiamo grande fiducia nei nostri medici e nei nostri ricercatori. Non ascoltiamo i messaggi terroristici che girano, naturalmente anonimi, sui social. Passerà anche questa. Ma le colpe dei politici che hanno preferito la retorica alla scienza, quelle resteranno.