"Lo sport va a cercare la paura per dominarla, la fatica per trionfarne, la difficoltà per vincerla". Affascinato dai Giochi dell'antica Grecia, Pierre de Coubertin intuì con un secolo di anticipo che l'attività sportiva è una delle chiavi fondamentali per sviluppare l'energia mentale.
Al pedagogista francese fondatore delle Olimpiadi moderne, inoltre, era tutt'altro che estraneo il concetto di competizione finalizzata al successo, visto che il motto olimpico "Citius, Altius, Fortius" (più veloce, più in alto, più forte) è farina del suo sacco. La decisione, seppur tardiva, di inserire lo sport nella nostra Costituzione, dialoga storicamente con gli insegnamenti di de Coubertin.
"La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme". La frase aggiunta all'articolo 33 non ha un valore soltanto simbolico. Lo sport è salute. Dieta sana, attività fisica, niente alcol e sigarette, raccomandano i medici. Corsa, salti, giochi, palestra sono fissati da tempo nelle tabelle della prevenzione.
C'è però un ultimo passaggio da completare. Lo sport è volontà, scelta, piacere, qualche volta sacrificio, qualche volta necessità. Non sempre è un diritto. L'ingresso in Costituzione deve essere il motore per fare in modo che in nessuna zona del nostro Paese ci sia l'oggettiva impossibilità, per nessuno, di praticare sport.