Ho avuto occasione di criticare le decisioni di dirigenti di aziende pubbliche che eliminano servizi, cabine telefoniche, buchette delle lettere, personale dei caselli autostradali incuranti del disagio causato ad utenti anziani. Desidero invece segnalare, scrivendo dalla zona Massarenti - tangenziale, un'addetta alla consegna della posta, gentilissima ragazza, che dovendo consegnarci una raccomandata, suonando e trovando mia madre di 90 anni sola in casa, è salita a consegnarla. Le rivolgo un ringraziamento. Molte cose di questo Paese funzionano perché c'è chi va oltre il proprio dovere.
Stefano Serafini
Risponde Beppe Boni
La gentilezza e l'altruismo possono salvare il mondo. Ci sono situazioni dove le regole d'ingaggio e il dovere arrivano fino ad un certo punto oltre il quale serve un pizzico di disponibilità. Spesso si criticano i dipendenti pubblici che godendo, talvolta, di meno controlli che nel privato sono svogliati e sul lavoro danno il minimo sindacale. I comportamenti poco felici ovvio che balzano agli occhi (e spesso trovano spazio sulle cronache dei media) ma ad essere sinceri nella pubblica amministrazione sono un dato di minoranza. I gesti di altruismo o anche di puro dovere sono quelli che si vedono meno e non fanno notizia. Eppure ci sono e sono statisticamente la maggioranza. Chissà quante volte un portalettere è salito per consegnare la posta ad un anziano, chissà quante volte un impiegato si è armato di pazienza e ha guidato una persona avanti nell'età nel portare a termine un'operazione allo sportello. Il ministro Renato Brunetta durante il suo mandato oltre alla lotta ai fannulloni lanciò il dovere alla cortesia. Un aspetto che dovrebbe sempre valere, senza imposizioni, ovunque ma soprattutto nelle aziende private che gestiscono un servizio pubblico, nelle istituzioni e nelle aziende pubbliche. L'esempio può aiutare a migliorare la situazione.
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