Emilia, un’area al centro della tensione

La lettera. Risponde Beppe Boni

Bologna, 5 febbraio 2023 – Ho appreso con sgomento della telefonata al ’Carlino’, a cui esprimo solidarietà, di un sedicente anarchico che annuncia un attentato a Bologna. E mi chiedo perché possa accadere un fatto del genere nella nostra città e non a Milano o Roma, dove l’annuncio di un (improbabile) attentato forse farebbe più rumore. Anche se qui il terrorismo di sinistra (Bierre) ha ucciso Marco Biagi. Bisogna tenere molto alta la guardia.

Moreno Gandolfi

Risponde Beppe Boni

Di solito gli attentati non si annunciano ma si fanno. La telefonata bolognese, non si comprende ancora se è attribuibile a un lupo solitario, un mitomane o ad un vero esponente delle cellule anarchiche. Il gesto si inserisce tuttavia nella new age della strategia della tensione messa in campo dal movimento anarco-insurrezionalista. Se l’annuncio è stato fatto per creare caos non è un caso. Come ha spiegato su queste pagine il vicedirettore Valerio Baroncini, Bologna e l’Emilia Romagna sono un’area dove il movimento è molto attivo, in collegamento anche con cellule in Austria e in Grecia. E’ una storia lunga vent’anni di occupazioni, minacce, danneggiamenti a multinazionali e banche con corollario di molotov e pacchi bomba, attentati alle linee ferroviarie. Dentro questo nuovo terrorismo ci sono nomi che la società civile non riesce a togliere di mezzo attraverso processi e condanne, se non con esiti lievi. L’esplosione del caso Cospito è stata preceduta a Bologna da proteste, danneggiamenti e occupazioni. E non giovano prese di posizione, legittime ma sinceramente inopportune, di politici di primo piano a favore di uno come Cospito che dal carcere fornisce indicazioni e sostiene la lotta armata. Emily Clancy, vicesindaca, e Mattia Santori (delega al turismo) si sono schierati chiedendo la revoca del carcere duro a Cospito. Non una parola per le vittime degli attentati. Un brutto spettacolo.

beppe.boni@ilcarlino.net