Ho letto dei nuovi progetti per arginare l'invasione di quel dannoso crostaceo che è il gambero americano . Questo animale ormai sta popolando canali e fossi di tutta l'Emilia Romagna, in pianura e in montagna. Viaggia immerso nelle acque di zavorra delle navi e arriva in Italia dove si trova a suo agio. Con la speranza che ci stiano già pensando, potrebbero dotare queste grosse navi di impianti di filtraggio delle acque, controllando così l'eventuale presenza di "passeggeri" indesiderati, oltre a diminuire l'inquinamento delle acque dei mari.
Carlo Bonora
Risponde Beppe Boni
Il gambero americano o della Louisiana (commestibile) è estremamente invasivo e sta distruggendo la presenza dei gamberi autoctoni che popolano anche i corsi d'acqua bolognesi. L'Orconectes limosus (Rafinesque, 1817) o gambero comune americano è stato introdotto in Italia già nel 1860 a piccole dosi. È molto simile per aspetto e dimensione al gambero autoctono d'acqua dolce, ma oggi è diventata una specie invasiva, più aggressiva, resistente e feconda rispetto all'omologo delle nostre parti. Un flagello che distrugge i gamberi nostrani. Le sue dimensioni sono 12 cm di lunghezza per un peso di 40 grammi. In realtà la sua espansione in Val Padana è abbastanza recente. Fu infatti introdotto in dosi massicce dall'America oltre trent'anni fa per un tentativo di commercializzazione che però non raggiunse i livelli sperati. Così molti allevatori si disfarono degli esemplari ritenuti inutili liberandoli nelle campagne. L'ambiente umido e pieno di canali per l'agricoltura della Val Padana è diventato un habitat perfetto. Resiste alla siccità, alle alte temperature e a quelle rigide invernali. Non ha predatori naturali e la sua diffusione è una minaccia per le specie autoctone che popolano i nostri corsi d'acqua, compreso il gambero nostrano. A Parma un progetto di eliminazione ha portato alla cattura di 32 mila esemplari.
beppe.boni@ilrestodelcarlino.it