Amo scrivere lettere a diversi conoscenti anche in occasione degli auguri. Tempo fa sono andato in tabaccheria per acquistare i francobolli: in cinque esercizi li avevano finiti, li ho trovati nella sesta. Ho chiesto il perché era così difficile trovarli, mi è stato spiegato che attualmente non si scrive più tanto e di conseguenza non conviene tenerli. Ma lo Stato non dovrebbe imporre il servizio? Ma poi il problema è stato quando ho cercato di impostarle. Ho girato due quartieri, San Vitale e San Donato dove ho trovato tutte le cassette chiuse con del nastro adesivo. Che tristezza. Per favore non toglieteci anche questa tradizione.
Umberto Giacomelli
Risponde Beppe Boni
Partiamo da un dato oggettivo. La motivazione della manovra di Poste italiane che sta portando verso una drastica riduzione delle buche delle lettere è dovuta allo scarso utilizzo (si parla del 3% del traffico postale) in conseguenza dell'uso delle mail e delle chat. L’Autorità garante delle comunicazioni ha dato il semaforo verde dunque, per tagliarle del 38%. Però, una buca di raccolta deve comunque essere presente presso ogni ufficio postale, stazione ferroviaria, aeroporto, cioè nei luoghi ad elevato transito quotidiano.
Poste italiane tiene monitorata la situazione e in diversi casi ha rilevato il totale inutilizzo delle cassette rosse. Quindi è ovvio che ne ha deciso un parziale e ampio smantellamento. Questa è la realtà dei fatti. Di conseguenza le tabaccherie hanno ridotto la disponibilità dei francobolli. È però sbagliato, scorretto e probabilmente irregolare non tenerli a disposizione in assoluto.
Pochi francobolli ma buoni ci devono essere in ogni esercizio. È un diritto dei cittadini. Pazienza se poi per imbucare una busta bisogna fare qualche passo in più. Scrivere una lettera a mano è ancora un grande piacere, un'abitudine che non deve andare perduta.