Editoriale

Giustizia, il prezzo delle riforme

La vicenda giudiziaria di Giuseppe Pagliani, scolpita da una serie di sentenze-odissea, è solo uno dei tanti stimoli che ci obbliga a parlare di riforma della giustizia. Un tema caldo per ogni governo e in particolare per quello di Giorgia Meloni, che su questo delicato fronte ha garantito una svolta. A stretto giro di boa il guardasigilli Carlo Nordio porterà un pacchetto di riforme – dall’abuso d’ufficio alla prescrizione fino all’appellabilità delle assoluzioni – che darà il senso di quest’azione, di recente rilanciata dal presidente del Consiglio: no al pensiero "unico manettaro", limitazione della carcerazione preventiva, segretezza degli atti, bisogno di "una nuova cultura del diritto che è uno strumento di convivenza e non di guerra tribale". Bisogna poi vedere come si interverrà anche sulla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri e sull’eventuale modifica del principio di obbligatorietà dell’azione penale, anche se pensiamo che i tempi, in questo caso, saranno lunghi. La vera partita è su decreti attuativi e disegni di legge per la modifica della legge Cartabia. Pensiamo all’aumento dei reati perseguibili a querela di parte, con un effetto mosaico su giustizia e cittadini; oppure alla microcriminalità, che riceve risposte sempre più flebili; o, ancora, a tutta quella serie di nuovi adempimenti per i pm che, pensiamo, non accelererà i processi anche al cospetto dell’imminente (e immanente) rivoluzione digitale da Pnrr; tralasciamo la parte dei rapporti con la stampa, ormai relegata al ricevimento di una velina dalle procure.

Infine. Senza derive berlusconiane e nemmeno in lode a una legge (la Pecorella) dichiarata incostituzionale, è evidente che l’appellabilità o meno delle assoluzioni resti di primissima attualità. Se venisse riconsiderata l’obbligatorietà dell’azione penale (difficile, vista la protezione Costituzionale) o ci fosse una depenalizzazione, e avessimo dunque una naturale riduzione del numero dei processi, questo non significherebbe in automatico ingiustizia.