La scorsa settimana il ministro dei Beni Culturali Gennaro Sangiuliano ha scritto una lettera al nostro giornale sull'opportunità di inserire la torre Garisenda tra i siti patrimonio Unesco. L'idea è del sindaco di Bologna Matteo Lepore e il governo la sosterrà, anche se, argomentava nella lettera Sangiuliano, l'eventuale successo dell'operazione non cambierà di una virgola la situazione. Nella stessa lettera, Sangiuliano aggiungeva con una punta di perfidia: "Se poi il sindaco vuole rilanciare il centro di Bologna, che negli ultimi anni ha perso smalto e soprattutto quelle magiche atmosfere descritte da Pupi Avati e care a Lucio Dalla, ben venga".
Una constatazione che ferisce e fa riflettere. Perché il ministro ha ragione, il centro di Bologna ha perso smalto, è sporco, trasandato e insicuro. Ai numerosissimi visitatori (che peraltro hanno cominciato a dare segni di insofferenza nelle loro recensioni web) che cosa offriamo? Andando a curiosare sul portale Bologna Welcome, emanazione del Comune per la promozione turistica, abbiamo trovato una piccola perla: il "bike tour della street art, per immergerci nel lato più underground della città".
In pratica, un biciclettata alla ricerca dei migliori murales al modico prezzo di 55 euro. Una proposta che ha del temerario. Perché qualche murale bello forse c'è, ma per vederlo quante centinaia di migliaia di orripilanti scritte e disegni, di oscenità, di farneticanti slogan pseudo-rivoluzionari dovranno sorbirsi i malcapitati cicloturisti? Ne usciranno - poverini - frastornati, ubriacati e forse un po' schifati. "Faremo tappa - recita ancora il sito di Bologna Welcome - nel centro storico, e in particolare nella zona universitaria, in piazza Verdi e in via Zamboni".
Peggio mi sento. Altro che "lato underground della città", qui di underground non c'è proprio nulla. Chi amministra Bologna non si è accorto che la sporcizia, l'insicurezza e il degrado sono, ahimè, alla luce del sole? Per non parlare del segnale - certamente involontario - che questa iniziativa rischia di mandare ai graffittari, che ora si sentiranno tutti Banksy. E anche alla città. Il tour dei murales artistici? Vallo spiegare a bolognesi col fegato gonfio per i palazzi e i portici deturpati. E allora, se proprio vogliamo puntare sulla street art, occupiamoci prima di ripulire la città da tutto ciò che street art non è. Resterebbe ben poco.