GILBERTO DONDI
Editoriale
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Gli spacciatori ragazzini

Sono giovanissimi, senza una guida e pure senza scrupoli. È il ritratto che emerge dei nuovi spacciatori, quasi tutti minorenni stranieri non accompagnati, che si sono impossessati della zona universitaria dopo le operazioni delle forze dell’ordine che nei mesi scorsi hanno decapitato le bande più strutturate. Pusher ragazzini che agiscono come cani sciolti e che si dedicano anche a furti e rapine. Un ritratto ben poco rassicurante. Il punto è che il vuoto di potere causato dalle retate di polizia e carabinieri ha lasciato mano libera a questi gruppetti di minorenni attivi soprattutto in piazza Verdi, via Petroni e zona Mascarella. Il loro business è soprattutto quello dell’hashish e della marijuana e il loro modus operandi è quello di piazzare la dose e poi nascondersi, veloci e furtivi, nel dedalo di viuzze della zona universitaria. Lo spaccio, dunque, non si ferma mai. Lo sanno bene le forze dell’ordine. Finché c’è la domanda ci sarà sempre l’offerta. Quello che cambia è lo scenario (autori e modalità) con cui la droga arriva agli acquirenti. E su questo, ora, bisognerà ricalibrare l’azione di polizia e carabinieri che tanti effetti positivi sta provando da quando è iniziata la stretta decisa in sede di Comitato per l’ordine pubblico. Visto che in piazza XX settembre, Montagnola e Bolognina i controlli si sono rafforzati, gli spacciatori sono migrati altrove, in zone meno calde, cambiando anche le ’strategie’ di vendita. Bisogna quindi non mollare la presa. Una volta rallentato lo spaccio ’tradizionale’, bisogna concentrarsi su quello emergente che vede protagonisti, appunto, ragazzi sempre più giovani che, a volte, agiscono in modo ancora più sconsiderato. E quindi più allarmante.