MSSIMO PANDOLFI
Editoriale
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Gli spatentati

Dove ti giri trovi lacrime, sangue. La tragedia di Giulia, nella maledetta classifica degli orrori, ha battuto tutto e tutti. Anche la morte a Reggio Emilia di Anuar e Hickam, due ragazzi di 19 e 21 anni, vittime di un pazzesco incidente stradale, ma vittime anche dell'uomo, dell'essere umano che sa essere malvagio, o comunque incosciente. 

I due poveri ragazzi sono stati travolti dal carico di un camion che ha perso tubi, l'autista non ha soccorso nessuno, è fuggito, forse aveva caricato male questi maledetti tubi, forse aveva bevuto, in passato aveva sicuramente bevuto se è vero che più di una volta gli era stata ritirata la patente. Non l'aveva neppure sabato, eppure guidava. Addirittura in agosto fu anche trovato ubriaco al volante con un permesso provvisorio di guida ottenuto, pare, fingendo di aver smarrito la patente e facendone denuncia, quando invece gli era stata ritirata. 

Questa tragica storia che si è consumata sabato merita due brevi riflessioni. La prima: se davvero è andata così, come ho scritto poche righe sopra, è ovvio che il sistema della burocrazia, dei controlli, della giustizia è andato incredibilmente in tilt. La seconda: bisogna trovare il modo (non è per nulla facile, lo so) di far sì che chi non ha la patente perché gli è stata ritirata non guidi. Punto. Invece, spesso e volentieri, lo spatentato se ne frega, e guida, tanto chi vuoi che controlli? Succede anche sempre più spesso che gli automobilisti si mettano al volante senza l'assicurazione. Quando poi succede qualcosa di drammatico, è un disastro, perché è inutile chiedere due milioni di danni di risarcimento se un povero cristo senza assicurazione ha magari ucciso qualcuno in auto. Non li ha, non li troverà mai.