MATTEO NACCARI
Editoriale

I bilanci dell'estate

L'estate 2023 della Riviera romagnola non avrà numeri esaltanti. Non ci sono dubbi. La stagione, certo, è partita lenta a causa dell'alluvione, non è mai decollata e ora spera in un colpo di coda a settembre cavalcando i tanti eventi sportivi in programma

L'estate 2023 della Riviera romagnola non avrà numeri esaltanti. Non ci sono dubbi. La stagione, certo, è partita lenta a causa dell'alluvione, non è mai decollata e ora spera in un colpo di coda a settembre cavalcando i tanti eventi sportivi in programma. Certo è che in tanti si stanno interrogando sul modello futuro della Riviera, che mostra segnali di affaticamento. Il caro prezzi, l'annullamento delle limitazioni anti Covid, appunto l'onda lunga dell'alluvione, hanno pesato tantissimo sui numeri. E' quindi ora, come solo i romagnoli sanno fare, di dare una nuova svolta. Le strade da percorrere sono tante e vanno da una riqualificazione ancora più profonda delle strutture e da una politica di prezzi che nonostante l'aumento dei costi delle materie prime deve cercare di essere competitiva con altre mete di villeggiatura al rilancio di grandi eventi, come la Notte Rosa, e alla promozione anche fuori dai confini nazionali. A questo si deve aggiungere un intervento deciso da parte delle istituzioni sulle infrastrutture, non solo stradali, ma anche e soprattutto ferroviarie e a un'integrazione dell'offerta di due snodi importanti come gli aeroporti di Rimini e Forlì. Insomma, il lavoro c'è ed è tanto, perché la Riviera non può permettersi numeri in calo, perché garantisce un apporto robusto - fondamentale - al Pil (il Prodotto interno lordo, in soldoni la ricchezza prodotta) della regione. L'autunno deve servire a questo, a programmare e a guardare avanti con decisione, senza perdersi troppo tra i perché e i ma di quanto accaduto negli ultimi mesi, magari inseguendo colpevoli che non ci sono. La Romagna ha una grande energia, deve essere sprigionata pure questa volta. Ci riuscirà, ne siamo sicuri.