Editoriale

I capperi, piccolo tesoro sulle mura

Sul Carlino ho letto un articolo che parla dei capperi sulle mure cittadine. Ho 83 anni, nato in centro a Bologna, e li ho sempre visti ovunque, o quasi: sulle mura tra via Mascarella e Zamboni, a Villa Aldini. Non vi è rocca, castello della provincia che ne sia privo (Bazzano, Monteveglio). Non c’entra l’innalzamento delle temperature: io li raccoglievo sulle mura tra Santo Stefano e Castiglione tra il 1950 e il ’53.

Piero Piani

Risponde Beppe Boni

Alle nuove generazioni può sfuggire qualche dettaglio della storia cittadina che invece a chi ha i capelli bianchi da tempo tiene impressi nella memoria. Vero, verissimo i capperi vivono anche a Bologna. Si inerpicano sulle mura, disegnano ghirigori sulle antiche pietre, si arrampicano come rocciatori urbani in percorsi improvvisati. Pochi ormai li notano nella fretta quotidiana. I capperi tuttavia sono in realtà un prodotto tipico del Sud Italia che è emigrato anche al Nord. La pianta di capperi ricorda gli ambienti aridi tipici delle coste calde del Meridione, ma questo arbusto è così rustico e resistente che riesce a sopravvivere a tutte le latitudini. Infatti può resistere a lunghi e intensi periodi privi di pioggia, ma nello stesso tempo può anche resistere in ambienti più freddi, a patto che possa crescere su posizioni soleggiate e parzialmente riparate dal gelo. Le piante presentano molti rami legnosi, che prima crescono diritti e poi ricadono con foglie a forma arrotondata. I boccioli di cappero compaiono alla base delle foglie tra giugno e fine estate. Prima fioriscono e poi si trasformano in piccoli frutti verdi e carnosi. I capperi infine si possono anche coltivare negli orti cercando di esporli il meno possibile al gelo. Non hanno necessità di grande manutenzione, fanno tutto da soli. A Bologna ci sono da sempre ma certo il clima più mite agevola la loro espansione.

beppe.boni@ilcarlino.net