La Corte dei conti, severo controllore della finanza pubblica, ha bocciato la Regione Emilia-Romagna: deve tagliare i costi senza aumentare solo le tasse. La bacchettata arriva dopo aver certificato che il 2024 è stato chiuso con un disavanzo di 378 milioni di euro, ‘cifra ragguardevole’ è il commento.
Le cause? Diverse. Intanto, la spesa pubblica in aumento è stata contenuta solo da misure temporanee, come il payback farmaceutico, e quindi senza una precisa politica di lungo respiro. Il presidente della sezione di controllo della Corte dei conti regionale, Marcovalerio Pozzato, ha poi evidenziato che il buco è stato coperto da risorse proprie ma ‘non si può continuare così a lungo, serve una svolta strutturale, perché il disavanzo continua a proporsi in modo ricorrente. Certo, sono state aumentate le tasse, e ne è un esempio il ritocco dei ticket sanitari, però ‘non è una misura risolutiva’. Quindi, per concludere, Pozzato ha sottolineato la necessità di stringere la spesa pubblica ‘senza però intaccare i livelli essenziali di prestazione. Il mio auspicio è che si intervenga anche sul lato dei costi, senza gravare esclusivamente su tasse e tariffe’. La palla passa quindi alla nuova giunta guidata da Michele de Pascale che ha ribadito che l’aumento delle tasse è stato deciso prima di tutto per difendere i livelli di qualità della sanità.
Tutto condivisibile, certo, ma chiediamoci se è veramente solo così che si affronta il problema. Aumentare le tasse è certamente la via più semplice e veloce, non è solo politicamente contestabile come sottolinea de Pascale, ma è spesso controproducente dal punto di vista economico. Dà l’idea di ultima spiaggia e soprattutto colpisce i redditi di famiglie che sono già alle prese con una permacrisi (crisi economica permanente), instabilità causata dalle guerre e un sostanziale rincaro di tutto il carrello della spesa. Se si aumentano le tasse per difendere la sanità (che anche in Emilia-Romagna perde colpi, non lo neghiamo) si crea però un ulteriore senso di disorientamento e di difficoltà concrete tra i cittadini.
Ora, fidiamoci di chi governa e accettiamo che non era possibile fare altrimenti. Digeriamolo. Ma non facciamolo più e cerchiamo in qualche modo di contenere quella spesa pubblica che pare fuori controllo. In questo caso non lo ha detto il primo passante per la strada. Ma la Corte dei conti. E molto di vero c’è. Speriamo quindi che la Regione si metta ad analizzare bene il proprio bilancio. Vedrà che da tagliare qualcosa (o molto più di qualcosa) sicuramente si trova. Forse è una strada più difficile, dura e complicata rispetto ad aumentare tutto quello che c’è da aumentare. Ma anche da questo si giudicano le capacità di chi ha in mano il timone della barca.