Il caso di via Zoccoli è emblematico per più di una ragione. Innanzitutto si tratta di una delle strade cittadine più colpite dall’alluvione, nell’area di via Andrea Costa e laterali: cantine, garage, appartamenti invasi da acqua limacciosa e fango che residenti e volontari ancora stanno cercando di spalare via. I segni, lungo quelle arterie, si vedono ancora, anche se il lavoro fatto è stato importante. Emblematico, si diceva, un po’ perché racconta l’epicentro cittadino dell’ultima ondata di maltempo, un po’ perché, dimostra che, quando si arriva alla fatidica domanda ’chi paga?’, la burocrazia cerca sempre di metterci lo zampino.
Ecco, infatti, arrivare l’ordinanza del Comune che chiede la verifica e il ripristino delle pertinenze danneggiate, tra cui il muretto che corre lungo i civici 15 e 17 e dà sulla strada. Significherebbe, lamentano i residenti, rifare anche la strada stessa (di proprietà pubblica), con un forte aggravio di costi e di impegno (entro 10 giorni vanno comunicati i nomi dei tecnici che si occuperanno dei cantieri).
Oggettivamente una beffa per chi sta ancora spalando nel fango e ha già subito danni a beni immobili e mobili (il cui risarcimento è un’incognita) per decine di migliaia di euro.
Il sindaco è intervenuto, strigliando gli stessi uffici tecnici del Comune, troppo ’solerti’ a mandare gli ultimatum, pur precisando che si tratta di una azione nel pieno rispetto delle leggi vigenti. Il confronto, è la promessa del primo cittadino, ci sarà, anche se i termini della questione cambiano poco.
Intanto, i residenti si sono rivolti ai legali per capire se si può agire contro l’ordinanza del Comune. E il centrodestra, con in testa la candidata civica Elena Ugolini, ha colto l’occasione per parlare di «scaricabarile» del sindaco nei confronti degli uffici tecnici.
Al di là dei conflitti, però, di fronte a un disastro come quello dell’alluvione del 19 ottobre scorso, il comportamento della burocrazia risulta cieco e impersonale, persino intollerabile per chi ha ancora gli scarponi sporchi di fango. Lo sanno bene tanti bolognesi e molti più romagnoli che, in quest’ultimo anno e mezzo, hanno cercato di districarsi nei meandri della burocrazia per ottenere qualche migliaio di euro di rimborso.
È in questi momenti che si testa la fiducia delle persone nei propri amministratori: cercare di comprendere le esigenze dei cittadini è l’unico antidoto alla disaffezione alla politica e all’astensionismo.