SERGIO GIOLI
Editoriale
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Il portavoce

Il portavoce è il mestiere del futuro. Non se ne può fare a meno, serve a ciascuno di noi: un portavoce professionista che ci faccia apprezzare per quello che siamo (o crediamo di essere), che sappia trovare le parole giuste quando c'è da discutere con mogli, mariti e figli, che ci accompagni al ricevimento dei professori, alle assemblee di condominio e ai pranzi di Natale e di Pasqua. Per non parlare dei social: è indispensabile un portavoce che li aggiorni, pubblichi qualche frase a effetto e scelga le foto più belle. Chissà quanti like, col portavoce! Mi serve un portavoce, certo. Poi ho pensato: ma chi credi di essere, la sindaca di Verucchio?

A lei sì che serve il portavoce. E infatti ha emesso un bando: cercasi portavoce iscritto all'albo dei giornalisti, 18 ore a settimana, contratto di un anno rinnovabile. Si dirà: la giunta di Verucchio conta sei membri e gli abitanti sono appena 10.082, meno di un condominio in Cina. Sindaco e assessori non bastano a dare adeguatamente voce ai loro cittadini? Facendo due conti, ne devono rappresentare 1680 a testa, neonati compresi. Non sono già loro - sindaca e assessori, appunto - i portavoce del paese? È necessario un portavoce dei portavoce? La sindaca Lara Gobbi replica così: ''La figura del portavoce c'era già in passato. Ne abbiamo bisogno. In questi mesi la comunicazione è stata assente, con pochissimi aggiornamenti sui social''.

Ebbene, spiace dirlo ma ha ragione lei. Non è colpa sua se un piccolo comune come Verucchio ha bisogno del portavoce, è colpa della società dell'apparire in cui viviamo e di cui la politica è succube, come tutti noi. Se non cinguetti un pensierino al giorno sul web non esisti. Se non ti inventi un convegno, un dibattito o una sagra a settimana sei uno sfigato e non ti votano più. Se non cavalchi tutte le tigri che il politicamente corretto impone sei fuori moda. Per non parlare delle cose serie, come la promozione turistica. Verucchio è bellissima, ma per essere attrattiva deve far parlare di sé. Serve gente scafata, che sa cosa dare in pasto al pubblico. Fuochi d'artificio e perline colorate. Quindi no, non è colpa della sindaca di un comune di 10mila abitanti se è costretta ad assumere un portavoce. È colpa nostra.