Il nuovo procuratore capo, Paolo Guido, il magistrato che ha arrestato Matteo Messina Denaro, è andato dritto al punto: “È importante avere il contributo di tutti, se vogliamo davvero impedire che questa terra diventi saccheggiata e dominata dalle organizzazioni criminali, perché il rischio è altissimo”. Invece di pronunciare le solite parole di circostanza, nella cerimonia del suo insediamento avvenuta qualche giorno fa, Guido ha rivolto un appello alle “forze sane” di Bologna e dell’Emilia-Romagna. Non un appello di maniera, ma una richiesta forte di collaborazione espressa da chi le mafie le combatte da una vita. E dunque sa quanto sia pericolosa e sfuggente la cosiddetta zona grigia, ovvero i colletti bianchi, i professionisti e gli imprenditori che fiancheggiano le cosche. “Se questa terra ha bisogno di una Procura e di forze dell’ordine efficienti – ha aggiunto –, la Procura e le forze dell’ordine hanno bisogno di questa terra. Permettetemi di rivolgere un appello alle energie sane di questa regione che sono ancora in grandissima parte maggioranza. Voi, maggioranza sana e responsabile, non trascurate certi segnali, non sottovalutate certi intermediari che senza rivestire ruoli formali, tramano, dirigono, gestiscono. Non lasciatevi mai dominare dal potere del silenzio”.
Ecco il punto. Come ormai noto, le mafie non sono più quelle che sparano, uccidono o mettono bombe. Le mafie oggi si nascondo, agiscono sotto traccia e puntano ad accaparrarsi nel silenzio generale una fetta sempre più grande dell’economia (sana) del territorio. E lo fanno prima entrando nei capitali delle aziende (magari in difficoltà), poi mangiandole dall’interno. Il tutto aiutati da fiancheggiatori insospettabili. Come giustamente dice Guido, sta a tutti noi cogliere ogni campanello d’allarme. E rompere subito il ‘potere del silenzio’.