ALESSANDRO CAPORALETTI
Editoriale
Editoriale

Il valzer della Bolkestein

Proroga c’è, proroga non c’è. Gira e rigira, sulla ruota della Bolkestein c’è scappata un’altra sentenza, la numero… ormai abbiamo perso il conto. Nel Paese dove la politica fa melina, un tribunale amministrativo smentisce l’altro, o anche se stesso, e chi fa da sé fa per tre, ieri è toccato al Tar della Liguria di respingere il ricorso di tre stabilimenti balneari di Zoagli, in provincia di Genova, contro la delibera della giunta comunale che aveva confermato la scadenza delle concessioni demaniali al 31 dicembre del 2023, dando il via alle gare previste dalla direttiva Bolkestein. 

Ma come, non c’è (o c’era) un decreto (il 131/2024, detto Salva infrazioni) che stabiliva la proroga delle concessioni demaniali marittime al 30 settembre 2027 dopo l’accordo  – o presunto tale – tra governo italiano e Ue? Udite udite: secondo il Tar, la proroga non è valida. “Non vale invocare un accordo secondo cui le amministrazioni avrebbero l’obbligo di prorogare le concessioni balneari, perché non risulta esistente un documento scritto e perché un simile accordo non potrebbe prevalere sulla pronuncia della Corte di Giustizia”. 

“Le concessioni demaniali marittime per attività turistiche e ricreative, beneficiarie di plurime proroghe ex lege –scrivono i giudici del tribunale amministrativo ligure –, hanno cessato i loro effetti il 31 dicembre 2023” e quindi le nuove assegnazioni “devono avvenire mediante selezioni imparziali e trasparenti tra i potenziali candidati, ai sensi della direttiva Bolkestein”. Un altro giro di valzer. Appunto.