ALESSANDRO GALLO
Editoriale
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Impresa Virtus

Impresa Virtus, è il caso di dirlo. Alzi la mano chi, con il Bayern avanti 15-4 e Pajola a terra, sanguinante, pensava che la Virtus avrebbe potuto giocare con grande personalità nonostante le assenze pesanti di Clyburn, Zizic e Akele. E invece Ivanovic regala carattere. Sotto di undici la squadra non sbanda e, grazie a una tripla di Pajola (rientrato con la testa fasciata) si ritrova sul +12, 59-71. Nuovo blackout Virtus, Monaco rientra con un parziale di 10-0. A due minuti dalla fine, una squadra senza identità si sarebbe squagliata, impaurita dalla forza dei tedeschi. Non la Virtus. Che si appoggia su Shengelia e sorride, incassando una vittoria che non cambia il futuro in Eurolega, ma sicuramente dà fiducia e morale. E’ davvero una Virtus diversa. Fine settimana ricco di emozioni, poi. Detto che la Virtus tornerà in campo, alla Segafredo Arena, lunedì sera, contro Cremona, c’è da considerare il match tra Fortitudo e Piacenza. Al di là dei due punti, che servono come il pane alla squadra di Attilio Caja, c’è tutto il contorno. E il contorno dice che al PalaDozza sarà celebrato Ruben Douglas, scomparso troppo presto un anno fa. La Fortitudo intende onorarlo nel migliore dei modi. Anche perché in questo 2025 si celebreranno i vent’anni dal secondo e ultimo scudetto dell’Aquila. Conquistato a Milano, in gara-quattro, con una tripla di Ruben Douglas. Passata alla storia, non solo per aver assegnato lo scudetto. Ma perché per la prima volta gli arbitri utilizzarono lo strumento dell’instant replay per prendere una decisione definitiva.