MASSIMO PANDOLFI
Editoriale
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La Bologna che ha Saputo costruire

ll miracolo Bologna. Calcistico. Una volta davamo il merito al grande e compianto Sinisa.

Sinisa Mihajlovic, l'uomo che prese in mano la squadra sull'orlo del baratro, la salvò alla grande, riprese l'avventura a braccetto con una tremenda compagna di viaggio chiamata leucemia e commosse il mondo intero guidando la squadra, da gladiatore, spesso e volentieri da un letto d'ospedale.

Poi ecco Thiago Motta. Era il dopo Sinisa, partenza complicata, prima di un pazzesco crescendo che ha portato il Bologna in Europa, addirittura in Champions. Così si gioca solo in paradiso, si urlava di gioia un anno fa, come ai tempi di Bernardini.

Poi Thiago tradisce, abbraccia l'odiata Juve, e ci si è chiesto: e adesso?

Adesso ecco Vincenzo Italiano, un passato di chiaro e scuri e partito malino, sì,  ma da qualche mese straordinario: è lui il nuovo eroe sotto le Due Torri. Prende a schiaffi il Milan, divora la Lazio, è di nuovo in zona Champions League, ha superato la Juve di Motta, la città è in delirio.

Tutti bravi. Bravissimi.

Sinisa, Thiago, Vincenzo.

Ma alla fine, se permettete, un monumento se lo meritano, insieme agli appassionati tifosi, altri due giganti bolognesi: Giovanni Sartori, che a Bologna sta ripetendo il miracolo costruito a Bergamo con l'Atalanta, e ancora di più Joe Saputo, il presidente gentleman.

Passo dopo passo, anno dopo anno, senza correre, Saputo ha dato solidità e forza a Bologna che ora è, di diritto, fra le grandi del calcio italiano. Ci ha messo dieci anni, ma ci è riuscito. E sta diventando, se non lo è già, il più bravo presidente della storia rossoblù

Lo so, gli manca una  cosa: lo scudetto.

Quest’anno no, ok, ormai è tardi.  Ma, toccando ferro, un domani chissà…

Sogna Bologna, sogna!