Editoriale

La lezione di Nina

Bologna, 1 aprile 2023 – Mi ha molto colpito la vicenda di Nina, la ragazza down alla quale è stata preclusa la possibilità di accedere all'esame di maturità presso il Liceo Sabin. La scuola giustifica il no con elementi formali poi avallati anche dal Ministero che giudica corretta la decisione adottata dal consiglio di istituto. Ma possibile che non ci fosse altra soluzione anche se la decisione poggia su una legge specifica, la 182 del 2020? Il caso sta commuovendo l'Italia intera e questo fatto la dice lunga.

Annarita Breveglieri Risponde Beppe Boni

Nina Sorrentino per tutti noi ha già superato l'esame di maturità che la scuola le ha negato. Promossa a pieni voti. Tanti studenti italiani in questi giorni si sono mobilitati per sostenere questa ragazza che il 14 marzo scorso la famiglia ha ritirato dalla quinta classe del Liceo Sabin dove frequentava l'indirizzo di Scienze umane. E se la cavava anche bene. L'istituto, pur con rammarico, ha valutato che il percorso per questa alunna sarebbe stato "troppo stressante". Il braccio di ferro ingaggiato dai genitori (col parere favorevole della neuropsichiatria) è durato due anni per cercare di ottenere la possibilità di passare dal programma di studi differenziato a quello personalizzato per obiettivi minimi, che avrebbe concesso alla ragazza di essere ammessa al diploma di maturità vero e proprio e non di ottenere solo un certificato scolastico di competenze. Le formalità a volte sono rigide e non tengono conto del fattore umano, anche se nella scuola tante volte abbiamo visto situazioni di alunni difficili trattate con grande elasticità. Cosa che forse si poteva fare anche per Nina. I genitori con grande garbo non hanno mai protestato ad alta voce, tuttavia non perdono la calma e probabilmente non faranno ricorso. Ma la loro battaglia anche dopo aver ricevuto una risposta negativa in qualche modo un risultato l'ha ottenuto: ha sollevato un problema che riguarda anche altri alunni fragili e sui cui si è aperta una riflessione che speriamo porti ad una diversa valutazione di casi analoghi. Ora tocca alla politica agire. Per ora promuoviamo Nina a pieni voti.

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