ALESSANDRO CAPORALETTI
Editoriale
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La scure dei tagli sulle strade

Tira di qua, tira di là, alla fine per qualcuno la coperta è sempre troppo corta. E la parola ‘tagli’ associata a governi o amministrazioni pubbliche non è nemmeno così originale. Anzi, non lo è per niente e c’è una tradizione lunga decenni. 

Anche se stavolta un emendamento al decreto Milleproroghe è riuscito nell’impresa di far arrabbiare un po’ tutti, dell’una e dell’altra parte. Ovviamente nelle Marche i primi a stracciarsi le vesti per la sforbiciata data dal governo ai fondi destinati alle strade provinciali, evocando scenari apocalittici, sono stati i presidenti di Provincia del centrosinistra, ad esempio Giuseppe Paolini (Pesaro e Urbino), che però è anche presidente dell’Upi Marche e dunque parla per tutti. “Per il 2025 e 2026 ci erano stati assegnati 4 milioni e 695mila euro  – fa di conto –. In base agli ultimi dati, per le stesse annualità ci hanno tagliato 3 milioni e 286mila euro, il 70%. Assurdo”.

“Un’altra mazzata – aggiunge –, che si somma a pesantissime decurtazioni. Dobbiamo gestire 1.150 chilometri di provinciali e la situazione è drammatica su tutte le arterie. Se continua così, saremo costretti a chiuderle, perché non possiamo più fare nemmeno la manutenzione ordinaria e la sicurezza dei cittadini è a rischio”.

Segue Daniele Carnevali (Ancona), ma lo stesso presidente dell’Upi nazionale (Unione province d’Italia), Pasquale Gandolfi, era già partito lancia in resta contro lo ‘scippo’. “Sulle provinciali si è abbattuto un taglio complessivo di 1,7 miliardi, una riduzione del 70% dei fondi che di fatto sta bloccando cantieri già previsti e concordati col ministero, con ripercussioni sulla viabilità”.

Il convitato di pietra in questo can-can che di giorno in giorno è salito di tono fino a diventare un acuto di proteste è il ministro Salvini, cui l’assemblea dell’Upi ha chiesto di convocare un tavolo di crisi il prima possibile. “Una parte di quei tagli servono per gli incrementi dei costi su Genova, per il Terzo Valico e per Genova città  – ha chiarito ieri il titolare di infrastrutture e trasporti –. Il ponte sullo Stretto non c’entra nulla, farò il possibile per recuperare i soldi”.