L'ultima stravaganza in fatto di tasse è la tassa sulla vecchiaia. Si tratta di una proposta avanzata dall'assessora regionale dell'Emilia-Romagna Isabella Conti, benché lei stessa, dopo un paio di giorni di incredule reazioni trasversali, abbia infine specificato che, per carità, si tratta solo di una suggestione. A seguire, il presidente de Pascale ha sepolto la faccenda: non si farà. Comunque, poiché l'idea ha incontrato anche diversi favori (l'assessore alla Sanità Fabi, il Forum del Terzo Settore, una parte dell'Anci) è bene, prima di confutarla, riassumerla. L'idea è questa: per risolvere il problema dell'assistenza agli anziani non autosufficienti, basta chiedere un contributo a tutti gli over 65, dai 200 ai 600 euro l'anno, parametrato all'Isee, offrendo in cambio servizi. ''In questo modo _ spiega Conti _ assicuriamo loro che non dovranno più cercare una badante, penseremo a tutto noi, dalle strutture residenziali ai condomini solidali''. L'uovo di Colombo? Purtroppo Conti trascura un piccolo particolare, una cosuccia da nulla che una qualche rilevanza dovrebbe pur averla: gli over 65 le tasse le pagano già e le hanno pagate per tutta la vita proprio per avere, raggiunta la vecchiaia, i servizi di cui l'assessora parla. Altrimenti le tasse che le paghiamo a fare? Oppure vogliamo dire che ognuno deve pagarsi le sue? Con la stessa logica, si potrebbero sovratassare le coppie under 40 per costruire nuovi asili e nuove scuole destinati ai loro figli. E perché non istituire una tassa speciale per i cittadini che fanno sport, visto che per loro vengono costruiti impianti e piscine? In tempo di corsa al riarmo, si potrebbe inoltre chiedere un contributo ai militari, che quelle armi dovranno usare. E così via. Paradossi, certo. Visto che le tasse, da che mondo è mondo, sono il fondamento del patto sociale che sottende la nascita e la sopravvivenza di uno Stato: tutti partecipano in egual misura, in base ai propri averi, ai bisogni della collettività. Detto in parole semplici: vecchi e giovani, sani e malati, autosufficienti e non, siamo tutti sulla stessa barca. Oppure non siamo affatto.
EditorialeLa tassa sulla vecchiaia