La vita è una tassa, sì. Nel senso letterale del termine. La 'liberazione' si festeggia in genere alle porte dell'estate: già, per i balzelli il 25 aprile arriva troppo presto. Nel 2024 il Tax freedom Day si è celebrato il 3 giugno.
Cos'è il Tax freedom Day? Il giorno da cui si comincia a lavorare per soddisfare i nostri bisogni e non più per pagare le tasse. Per più di cinque mesi all'anno il nostro stipendio finisce così a Pantalone; in linea teorica e a voler essere buoni, fra l'altro. Perché poi ci sono mille altri balzelli più o meno nascosti o camuffati che ti fanno in realtà impiegare ancora più tempo per saldare il debito con lo Stato.
In questi giorni a Bologna e in Emilia-Romagna è scoppiata la tempesta perfetta, a proposito proprio di tasse. Sia il sindaco del capoluogo di regione, Matteo Lepore, che il governatore della Regione stessa, Michele de Pascale, hanno parlato di 'scelta politica' per giustificare le loro stangate.
Bologna diventa la città più cara d'Italia per i bus (da 1,5 euro a 2,3; non scherza neppure con i ticket sosta, senza dimenticare che è da sempre una delle capitali del multificio automobilistico) e Lepore spiega che è una manovra che serve per garantire i servizi ed evitare altre alluvioni. De Pascale alza Irpef, Irap, ticket sanitari e bollo auto per salvare, dice lui, la sanità.
E qui entra in gioco il vero corto circuito: 'Il governo taglia gli enti locali e gli enti locali sono costretti ad aumentare le tasse locali' dice de Pascale.
Morale della favola: quando il governo dice che riduce le tasse, poi le tasse stesse le aumenta qualcun altro.
Ma il vero problema per un Mario Rossi a caso (che poi sei tu che leggi ed io che scrivo), è che alla fine della filiera c'è sempre lui: gli tocca pagare, ripagare, strapagare. E gliene importa poco o nulla se l'esattore di turno si chiama Giorgia Meloni, Michele de Pascale o Matteo Lepore. È semplicemente e banalmente stanco, il suddetto signor mario rossi, di tutti questi esattori.