Editoriale

Lacrime d’amore

La prima domenica dopo la catastrofe, un’altra giornata tosta. Dolore, rabbia, ma anche speranza, stupore, amore. La foto-manifesto scelta per questa pagina è stata scattata a Faenza. La casa di Giulio e Teresa è devastata, ma loro ci sono, sono salvi, così come c’è, è stata salvata dal fango, la foto di 33 anni fa. È il bacio che sigilla il loro matrimonio. E ieri, con quella immagine in mano, gli sposi hanno ripetuto il gesto. Sì, baciatevi ancora Giulio e Teresa, perché questa prima pagina vuole essere un inno alla speranza: la Romagna tornerà come prima!

Ma lasciateci parlare anche di un sindaco, quello di Forlì. Gian Luca Zattini. Ieri mattina era alla messa nel quartiere più colpito della città e alla fine ha preso la parola. Quasi in lacrime, ha detto ai suoi concittadini: «Abbiamo fatto il possibile, ma non siamo riusciti ad arrivare ovunque. Scusatemi, scusatemi». Perché lo ha fatto? Nessuno lo aveva messo in croce o accusato di nulla, eppure lui si è sentito in dovere di scusarsi.

La foto del bacio scattata a Faenza, è già uno dei simboli dell'alluvione
La foto del bacio scattata a Faenza, è già uno dei simboli dell'alluvione

Pensiamoci bene: viviamo in un mondo dove nessuno sa più chiedere scusa ed è sempre, sempre, colpa degli altri. Avete presente lo scaricabarile? Lo fanno i politici, e sono fenomenali, ma forse lo fa anche ognuno di noi. Ecco, ora che siamo tutti più poveri, disperati ma magari un po’ più umani, si può ripartire anche così. Chiedendo scusa, atto nobile. E sono i piccoli gesti a fare grandi cose.