BEPPE BONI
Editoriale
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Ladri arrestati ma (quasi) sempre liberi

Dopo aver fatto la spesa, una signora si è avvicinata chiedendomi un’informazione e, per ringraziarmi, mi ha preso la mano scuotendola. Più tardi mi sono accorto che non avevo più l’orologio. Sono stato derubato con destrezza. L’orologio rappresentava un dono che mia moglie mi aveva fatto prima che un male incurabile me la portasse via. Con le telecamere, la signora potrà essere identificata, ma non verrà punita.

Giampaolo Corsini

Risponde Beppe Boni

Chiunque subisce un torto, soprattutto un furto, vorrebbe vedere il ladro arrestato e spedito in carcere a scontare la giusta pena. Una eventualità quasi impossibile. Il sentimento comune è una cosa, il codice penale un’altra. Il furto con destrezza, come previsto dall’articolo 625 del codice penale, è un furto con aggravante punito con la reclusione da 2 a 6 anni e la multa da 927 a 1500 euro. La destrezza indica l’uso di particolari abilità o stratagemmi da parte del ladro per impossessarsi del bene senza violenza, ma sfruttando la disattenzione o l’inesperienza della vittima. Se anche il ladro o la ladra vengono arrestati in flagranza è quasi automatico che il giudice li rimetta in libertà in attesa del processo. Che chissà quando mai verrà celebrato. È giusto? Per il sentimento comune no, ma per la legge sì. Purtroppo per reati considerati minori come il furto è raro avere la soddisfazione di vedere il delinquente di turno in carcere a meno che non sia recidivo e non abbia accumulato pene definitive. C’è anche l’aspetto delle carceri sovraffollate e quindi si tende verso pene alternative. Bene. Ma non sarebbe poi un’idea così strampalata ristrutturare qualche casa di reclusione chiusa o farne qualcuna nuova.

mail: beppe.boni@ilrestodelcarlino.it