Desidero ringraziare pubblicamente l'autista Tper che lunedì 10 febbraio era alla guida del bus 36, intorno alle 7.30 in direzione Ospedale Maggiore, per la grande gentilezza dimostrata nei miei confronti. Per distrazione avevo dimenticato sul mezzo una cartella con referti e documenti relativi ad affrontare un piccolo intervento in ospedale. Mentre mi disperavo mi è giunta una chiamata sul cellulare da parte dell'autista, che ha suggerito un incontro sul percorso di ritorno del bus. Così ho recuperato i documenti. Grazie anche per la fiducia che ha fatto rinascere in me verso il prossimo.
Maria Federici
Risponde Beppe Boni
Nel mondo che fa affari con i bitcoin, la moneta virtuale, che dialoga senza voce sulla piazza del web, dove non c'è contatto fisico, dei giovani che non telefonano ma si parlano solo via chat, si intravede ancora un pizzico di umanità. L'autista che si prende la briga di avvisare di persona un cittadino che aveva dimenticato una cartella sanitaria sull'autobus è un bel segnale. Un piccolo gesto che infonde fiducia nel prossimo, come sottolinea il lettore.
Tutti noi pensiamo che nella società di oggi, frettolosa, poco incline a dialogare, dove gli inquilini dello stesso palazzo si salutano spesso solo con un cenno frettoloso, il senso di umanità e l'altruismo siano sentimenti in via di estinzione. E invece no. A volte basta l'occasione per fare l'uomo generoso, come a volte basta l'occasione per fare l'uomo ladro.
Ci stupiamo anche quando leggiamo nelle pagine di cronaca che qualcuno porta dai carabinieri o dalla Polizia municipale un portafoglio trovato a terra con dentro documenti e denaro contante. Pensando positivo sarebbe bello che gesti simili diventassero la normalità. Le lezioni di generosità, altruismo e rispetto per il prossimo andrebbero contemplate nei programmi scolastici.