Editoriale

Le grotte carsiche, un tesoro sotto terra

Bologna, 9 settembre 2023 – Mi ha molto stupito, e chiedo se è davvero così, che una parte delle grotte dell'Appennino stanno per diventare patrimonio dell'Unesco, come lo sono già i portici di Bologna. Cosa possono avere di così importante eventuali formazioni carsiche sulle nostre montagne da meritare questo riconoscimento? Il mio stupore è positivo nel senso che se tutto ciò è vero mi rende felice sapere che oltre a un patrimonio architettonico come i portici anche la natura emiliana ha un valore internazionale.

Alfredo Bassini

Risponde Beppe Boni

A volte abbiamo un tesoro naturalistico sotto gli occhi e poche se ne accorgono. L'Appennino emiliano è pieno di cavità che hanno un grande valore ma sono poco conosciute. Le Grotte carsiche ed evaporitiche dell'Appennino settentrionale, 7 diverse aree che si trovano nelle province di Bologna, Reggio Emilia, Ravenna e Rimini, sono infatti candidate per l'Italia, nella sezione proprietà naturali, alla lista dei siti Patrimonio mondiale dell'Unesco. Gli esperti esamineranno le candidature, provenienti da tutto il mondo, nel corso di un meeting che avrà luogo da domani 10 settembre al 25 a Riyadh (Arabia Saudita) nell'ambito della 45a Sessione Estesa del Comitato del Patrimonio Mondiale Unesco. Il Comitato valuterà anche lo stato di conservazione di 260 siti già iscritti nella Lista del Patrimonio mondiale, di cui 55 sono anche nella Lista del Patrimonio mondiale in pericolo. Il nostro Paese è in corsa con il ‘Carsismo nelle Evaporiti’, sito costituito da i Gessi triassici dell'Alta Valle Secchia, i Gessi della Bassa Collina Reggiana, i Gessi di Zola Predosa, i Gessi Bolognesi, la Vena del Gesso Romagnola, le Evaporiti di San Leo e i Gessi di Onferno. Solo nella zona di Bologna sono censite otto aree con fenomeni carsici, non tutte all'attenzione dell'Unesco, ma di interesse ambientale. Sono 283 grotte: Zona fra il Lavino e il Reno, fra il Reno e il Savena, fra il Savena e lo Zena, fra lo Zena e l’Idice, fra l'Idice e l'Olmatello, fra il Sillaro e il Santerno, Gessi di Monte del Casino e Tossignano. Poi ci sono altre cavità isolate nelle aree di Sasso Marconi, Porretta, Castiglion dei pepoli, Lizzano, Camugnano, Castel D'Aiano e Savigno. Dunque in Appennino vale la pena anche abbassare lo sguardo sotto terra e non solo in alto sulle cime.

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