Editoriale

L'esodo istriano e il rispetto degli studenti

Sono figlio di profughi istriani. Giorni fa alle 9.15 circa mi sono recato in stazione a Bologna per visitare il Treno del Ricordo. Ho trovato, in attesa di entrare, una nutrita scolaresca, assolutamente discreta ed educata, non i soliti studenti sguaiati. Mi ha colpito la loro compostezza e serietà, sia nell'attesa di entrare che quando erano dentro al convoglio. Voglio congratularmi con loro e con i loro insegnanti, così come con le gentilissime signorine delle Ferrovie, addette a ricevere ed indirizzare i visitatori. Un grazie a tutti/e loro, ed anche a chi ha organizzato questo convoglio a ricordo di una triste pagina della nostra storia.

Franco Favretto

Risponde Beppe Boni

Dopo anni di negazionismo la tragica vicenda delle foibe e l'altrettanto drammatica epopea dell'esodo dei profughi istriano-dalmati hanno ottenuto da parte della società italiana la consapevolezza che meritano. Per troppo tempo queste due vicende parallele sono state seminascoste nelle pagine della storia. Con fatica, superando luoghi comuni e l'opposizione di certa sinistra, la narrazione dell'esodo dalle terre italiane inglobate dalla Jugoslavia è entrata nel patrimonio culturale delle scuole, anche se in qualche istituto si fa ancora finta di nulla. E gli studenti come quelli che il lettore ha incontrato sul Treno del ricordo sono molto più attenti di quanto non si creda.

Se viene spiegato loro cosa successe in quegli anni alla fine della guerra mondiale ne sanno comprendere tutta la sacralità. Perché ciò accada è necessario che in cattedra ci siano insegnanti dotati del giusto equilibrio intellettuale. Ai ragazzi che hanno visitato con compostezza e rispetto il Treno del ricordo va fatto un applauso, sperando che il loro atteggiamento sia quello di tanti altri studenti. Ricordiamo anche che Bologna ha onorato il ricordo del villaggio istriano dove il sindaco Giuseppe Dozza sistemò negli anni Cinquanta decine di famiglie dando loro un alloggio dignitoso e dove per decenni hanno abitato gli eredi.

beppe.boni@ilrestodelcarlino.it

voce.lettori@ilcarlino.net