Al Liceo Fanti di Carpi è scoppiato un mezzo finimondo. Il caso è arrivato anche in Parlamento. Cinque righe di un manuale di inglese sono state tradotte così: “Alcune delle peggiori politiche imposte”. Si riferiscono a Matteo Salvini e alle sue scelte da ministro degli Interni nei confronti degli immigrati. Si è arrabbiato Salvini, si è arrabbiato il ministro dell'Istruzione Valditara, si è arrabbiata anche la Cgil (e non si capisce che c'azzecchi la Cgil in questa vicenda...), la Casa Editrice ha annunciato che ritirerà il volume didattico, utilizzato suppongo in molti altri istituti scolastici.
Detto che l'imparzialità non esiste ma che la scuola, prima di chiunque altro, dovrebbe cercare di rincorrerla e renderla concreta, c'è un passaggio di questa storia che stona più di ogni altro. Detto che i libri scolastici vengono scelti, su proposta dell'insegnante, dal collegio dei docenti. Il direttore didattico del Liceo di Carpi se l’è cavata con questa spiegazione: “È impossibile leggere parola per parola 416 pagine di un libro prima di adottarlo”.
E perché no? Chi l'ha detto? Lo devono leggere, pagare e studiare solo gli studenti i libri di scuola? I professori sono esentati? È sufficiente che guardino le figure di questo benedetto libro?