Editoriale

L'importanza di un medico per amico

Bologna, 28 febbraio 2023 – Ero in attesa per fare una visita specialistica all'ospedale S. Orsola. La sorpresa è stata che un dottore mi ha chiamato, mi ha preso sottobraccio e camminando verso l'ambulatorio ha instaurato un dialogo, dedicandomi un po’ di attenzione. Mi ha fatto diverse domande (che lavoro faccio, se ho figli..) con voce amicale, come se l’esame da fare venisse dopo la persona e in un clima di fiducia. Non era un giovane dottore, ma uno anziano e ho saputo poi di grandissima esperienza. Mi auguro che tutti possano ricevere questa accoglienza.

Francesco Ricci Risponde Beppe Boni

Spesso ci siamo detti che un gesto di umanità e di amicizia a volte sono più importanti che la cura perché annacqua i timori di una visita, di un intervento delicato, di una terapia e soprattutto infonde quella fiducia che ci fa sentire tranquilli. Un medico che ti prende sottobraccio ti parla, ti sorride, aiuta a superare quella intrinseca tensione che tutti noi proviamo inevitabilmente quando dobbiamo entrare in una sala operatoria o anche solo sottoporci ad una osservazione specialistica. Avere un medico per amico, anche solo per qualche minuto, aiuta e rassicura. Un professionista che ti prende sottobraccio e cammina con te fino all'ambulatorio fa comparire il sorriso che il paziente non avrebbe nell'immediatezza di un appuntamento importante. Un approccio del genere non è contemplato nelle lezioni e negli esami universitari, eppure diventa fondamentale per far si è che ognuno di noi dinanzi ad un camice bianco non si senta un numero, ma una persona che riceve attenzione. Il lettore descrive il dottore che lo ha preso a braccetto con confidenza come un professionista non più giovane. Ricordiamoci però che anche tanti giovani medici sanno usare l'approccio giusto verso i pazienti. Ne abbiamo avuto prova durante la pandemia di Covid quando tanti neo laureati o specializzandi tenevano i contatti con le famiglie dei ricoverati sempre con grande disponibilità e umanità. Un atteggiamento necessario in ospedale ma anche, e soprattutto, da parte dei medici di famiglia.

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