Grande è la confusione sotto il cielo del Pd, e la situazione per i dem non è affatto eccellente. Per rendersene conto basta vedere il cortocircuito – tutto bolognese ma con riflessi che non hanno lasciato indifferente il Nazareno – che nell’ultima settimana si è innescato sul tema delle droghe leggere. La segretaria Elly Schlein aveva dato la linea già a marzo: sì alla legalizzazione per togliere un business reddditizio dalle mani della criminalità organizzata. Una linea sposata con entusiasmo dai suoi sostenitori, dentro e fuori il Pd, e che sotto le Due Torri ha avuto il suo esponente più convinto nell’ex sardina Mattia Santori.
Poi, lunedì scorso, De Maria, deputato dem di lungo corso e coordinatore della minoranza bonacciniana, presenta una proposta di legge che chiede l’inasprimento delle pene per gli spacciatori. Apriti cielo. Nel Pd nazionale, e pure locale, scatta la corsa a bocciare il testo, bollandolo come "proibizionista" e quindi in antitesi con la linea ufficiale del partito. In testa, lo stesso Santori (coerentemente, va detto) e, a sorpresa, la sindaca di San Lazzaro, Isabella Conti, tra le sostenitrici più convinte della mozione Bonaccini. A cui si sono aggiunti tutti coloro che, nella proposta di De Maria, più che un sincero tentativo di dare una risposta a un problema decennale (per onestà va detto che il medesimo testo era stato presentato dallo stesso deputato già nel 2018), hanno visto un atto strumentale in chiave anti-Schlein. Vero, falso o, anche questa, solo un’interpretazione strumentale? Difficile saperlo con certezza. Ma dietro al botta e riposta tutto interno al Pd su un tema tutto sommato marginale nell’agenda politica del Paese, si intravede qualcosa d’altro. Ossia la resa dei conti tra le due anime del partito, posticipata (se la si legge come coda velenosa delle primarie di febbraio) e anticipata (se la si inquadra nella partita delle prossime Europee) allo stesso tempo.
A livello locale è prematuro capire che effetti porterà questo braccio di ferro: la gestione unitaria tiene, gli appelli a lavorare insieme "per battere le destre" si sprecano, ma, dietro le quinte, si affilano le armi in vista delle candidature a Strasburgo e, soprattutto, dei risultati delle Europee, vero banco di prova della segreteria Schlein e, anche, della tenuta della pax interna ai dem bolognesi. E se il buongiorno si vede dalla polemica sulle droghe leggere almeno una certezza c’è: dopo il voto del prossimo giugno nulla sarà più come prima per i dem, in un senso o nell’altro. Anche sotto le Due Torri.