Marino Golinelli e gli altri filantropi. Quelli che ci guidano nella crisi

In piazza Maggiore creata un’installazione gigante e suggestiva. Ma sono tanti i benefattori illuminati

Bologna ha dedicato una installazione in piazza Maggiore al suo filantropo Marino Golinelli

Bologna ha dedicato una installazione in piazza Maggiore al suo filantropo Marino Golinelli

Filantropia, non mecenatismo. Marino Golinelli ci avrebbe corretti così, nel ricordare che quando si accumula una fortuna – la sua grazie a un impero farmaceutico nato da uno sciroppo consegnato in tram alle farmacie culminato in 101 anni di vita, con il colosso Alfasigma – bisogna sempre dare indietro qualcosa. E in questo senso di scambio ci deve essere l’amore per l’uomo, l’humanitas, il riconoscere l’altro in noi. Un rapporto che riequilibri, non che imbarazzi. Non è un caso che la piazza Maggiore di Bologna, il simbolo dei cittadini (davanti c’è la chiesa di San Petronio pagata proprio dai bolognesi), sia stata trasformata per un giorno con il volto di Marino, a un anno dalla morte.

E Marino, che tanto ha lasciato, è solo uno dei molti filantropi dei nostri territori. Pensiamo a Isabella Seràgnoli: il suo hospice pediatrico, una serie di case sugli alberi a Bologna per i più piccini che tutto evocano tranne l’ultimo viaggio, sta per diventare operativo. Ma pensiamo anche alla famiglia Barilla, ai Vacchi, a Francesco Amante. E all’impegno delle associazioni come i Cavalieri del Lavoro, dei gruppi, delle fondazioni bancarie e non solo, dei club e di tutti quelli che non possiamo citare per mancanza di spazio. Nelle Marche la situazione non cambia. Lo scorso anno si celebravano i 600 anni di Federico da Montefeltro. Uomo d’armi e mecenate. Da ieri a oggi il filo delle donazioni parla della Fondazione Scavolini, della Fiam di Vittorio Livi, qualche chilometro più in là di Zefferino Monini.

Non è un caso che queste realtà acquisiscano maggiore importanza in un periodo sempre più nero: chi, dopo la pandemia, si sarebbe atteso una guerra che non accenna a finire e una crisi energetica che si somma alla depressione di fine anni Zero? Senza considerare la metamorfosi (dal cambiamento climatico alle migrazioni, dalle rivoluzioni digitali a un diverso senso del vivere e del lavorare) della nostra società.

E’ in questo dibattito che la filantropia e il mecenatismo possono portare nuovi linguaggi, soluzioni, energie. In Europa si contano 147mila fondazioni che erogano annualmente 60 miliardi di euro; in Italia la cifra si assesta attorno ai 7 miliardi di euro per le donazioni individuali e a 2 per fondazioni e imprese. Nel mondo della sanità, ingiustamente soggetto a continue decurtazioni dal governo centrale, questo è particolarmente evidente. E, spesso, nessuno ringrazia.