Editoriale

Medici di base, molti problemi e poche soluzioni

Bologna, 14 aprile 2023 – Sono molto preoccupato nell'assistere ai problemi che deve affrontare la sanità italiana sul Pronto soccorso, dove i dottori fuggono; ma soprattutto sulla carenza dei medici di base anche in regioni come l'Emilia Romagna. Non mi pare di vedere soluzioni strutturali né a breve a né a lungo termine. Non ho compreso bene cosa succederà con i medici di base: molti vanno in pensione senza essere sostituiti e gli studi si svuotano. Il povero cittadino è impotente e soprattutto le persone anziane rischiano di trovarsi in grosse difficoltà.

Romano Roversi

Risponde Beppe Boni

La crisi dei medici di base e le toppe che la Regione sta cercando di mettere dove ci sono i buchi danno l'idea delle difficoltà che alla fine della fiera ricadono sulle spalle dei cittadini. Gli anziani e i residenti nelle zone di collina e di montagna, che già vivono situazione di oggettivo disagio rischiano di essere ancora più penalizzati. Ad un problema grave come la carenza di dottori la Regione per ora reagisce somministrando un'aspirina. E le Università continuano a tenere il numero chiuso a medicina. Come ha riportato ieri il Carlino, in Emilia Romagna è stato rinnovato l'accordo precedente (fino a giugno 2024). Questo patto prevede, fra le altre cose, che i medici convenzionati da almeno tre anni possano salire da 1500 a 1800 pazienti con un incentivo economico. Già seguirne bene 1500 è in alcuni casi un problema, figuriamoci con l'innalzamento del tetto soprattutto per chi non dispone almeno di una segretaria. Già oggi, vuoi come conseguenza del Covid, vuoi come reazione al disagio corrente, ci sono camici bianchi che sono sempre più sbrigativi nel liquidare i pazienti e altri che quasi visitano sulla porta dell'ambulatorio. Ottenere la visita di un medico di famiglia a casa è quasi un privilegio. La proroga dell'accordo, fortemente criticata dal sindacato Fimmg, prevede anche che gli iscritti a corsi specialistici di medicina generale potranno svolgere l'attività in convenzione come attività pratica. Non si vede la luce in fondo al tunnel. Molte promesse, molti tavoli di confronto ma poche soluzioni. Tempi duri per i pazienti.

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