BEPPE BONI
Editoriale
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Negozi stranieri, trend sempre in crescita

Bologna, 14 settembre 2023 – Se non ci fossero i negozi degli asiatici, il mese di agosto avrebbe visto molti meno esercizi aperti, anche sotto i portici e nei quartiere periferici. Dall'Ibrahim di turno si trova sempre tutto: dalla frutta alla verdura, alle batterie per cellulari, alla birra e al vino. Dopo le 20 gli altri negozi sono chiusi e invece quelli degli stranieri che vendono alimentari restano sempre aperti. In ogni quartiere ce ne sono almeno un paio, se non di più. Così negli anni è cambiata Bologna. 

Maurizio Dall'Oca 

Risponde Beppe Boni

Il fenomeno non è solo bolognese e nemmeno solo emiliano romagnolo. Gli esercizi commerciali gestiti da stranieri hanno un trend di crescita in tutta Italia. Bologna certamente ancora oggi sta registrando un aumento esponenziale non solo nel campo degli esercizi alimentari. Gli asiatici vendono soprattutto frutta e verdura, i cinesi comprano bar ovunque nel centro urbano e nei paesi, sempre i cinesi investono molto anche nei centri di benessere e nei saloni di bellezza, parrucchieri compresi, i nordafricani si affacciano nella ristorazione. Già nel 2013 l'assessorato al commercio del comune di Bologna fece un'indagine che fotografava lo status quo e dal quale si evinceva che molti esercizi commerciali con più o meno storia alle spalle cominciavano ad essere ceduti a stranieri. Meglio vendere che chiudere. Quando già vent'anni fa arrivarono i pakistani, segnarono una piccola rivoluzione con i loro frutta-e-verdura low cost aperti fino a notte. Oggi le attività gestite da stranieri con questo tipo di impostazione sono una realtà consolidata in costante crescita che contribuiscono a creare ricchezza. Le imprese attive straniere in Emilia Romagna oggi sono quasi 50mila (erano 44.054 nel 2015), circa il 10% del totale, ma comprendono ovviamente anche quelle di servizi e di dimensioni artigianali. A Bologna è radicata da tempo la Chinatown degli occhi a mandorla nel quartiere Bolognina: è un'infilata di parrucchieri, rivenditori di telefonia, alimentari, money transfer, bar, ristoranti. Nelle traverse occhieggia una lunga fila di magazzini tutti uguali per la vendita all’ingrosso e il confezionamento di abiti, accessori, indumenti intimi. Infine il dato delle imprese commerciali al dettaglio aggiornato a luglio 2023: è in leggera flessione ma comunque cresce del +2,9%, con valori positivi sia per quello alimentare +0,6% , che per il non alimentare +1,9%

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