BEPPE BONI
BEPPE BONI
Editoriale
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Odissea quotidiana in autobus

Domenica mattina carica di spesa vado alla fermata del bus 33 alle 10:20 in via Amendola. C’è un cartello: fermata temporaneamente soppressa senza indicazione di quella più vicina. Sono andata quindi in stazione a piedi. Il 33 in arrivo fra 18 minuti dovrebbe essere quello delle 10:40, poi arriva un bus senza numero, l’autista dice che dietro c’è il 33. Dovrebbe essere quello delle 11, arriva alle 11:13. Arrivo alle 11:38.

Paola Rovinetti

Risponde Beppe Boni

Intanto ricordiamo che Bologna ha il record del bus più caro d’Italia: nel giro di quindici anni il rincaro, grazie anche a quello più recente, ha toccato la percentuale del 130 per cento. Niente male. Detto ciò, la confusione nella mobilità cittadina degli autobus regna sovrana. E non è certo colpa degli autisti che fanno quello che possono. Il cantiere-madre, quello del tram, unito alla mancata programmazione di tutti gli altri sta mandando in tilt il traffico cittadino. E per ora non si vede all’orizzonte un piano che possa mettere qualche pezza a questa situazione che sta facendo impazzire i bolognesi... A Bologna e Casalecchio sono nati anche comitati che lamentano il mancato confronto dell’amministrazione comunale sulla linea del tram, ma pure le conseguenze caotiche del traffico imbrigliato dai cantieri con alcune zone critiche. Un esempio. Il percorso dalla Fiera verso i viali cittadini è stato trasformato in un budello perennemente strozzato dal traffico. Se uno deve arrivare al parcheggio di piazza VIII Agosto meglio recitare un’Ave Maria. Poi i bus. Le proteste dei cittadini sono una valanga inarrestabile. Corse in ritardo, corse saltate, percorsi deviati. È l’odissea del trasporto pubblico.

mail: beppe.boni@ilrestodelcarlino.it