È possibile in un Paese come il nostro soggiacere alla volontà di uno solo che decide di fare quello che vuole? Come tagliare gli alberi per allargare i marciapiedi, imporre i 30 all’ora, oltre al tram, i cantieri, aumento del biglietto del bus. A me basta leggere il primo articolo della Costituzione "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo…" per chiedermi perché se quasi tutta la cittadinanza protesta contro un provvedimento, non si rivede tale decisione. Nella vita di tutti i giorni, a Bologna, decidono solo gli iscritti al Pd perché sono tanti e perché gli altri non vanno a votare.
Leo Fornaro
Risponde Beppe Boni
Una cosa è il metodo, altra cosa è il merito delle scelte che opera un'amministrazione comunale. La giunta di centrosinistra bolognese governa attraverso una maggioranza eletta e le controverse scelte che sta mettendo in campo erano in parte contenute nel programma. Chi governa deve governare, non può ad ogni passaggio indire un referendum o un sondaggio. Cose che sulle operazioni più delicate (non per tutto) sarebbe bene fare. Ovvio che chi amministra la città, al di là delle regole d'ingaggio, dovrebbe intuire qual è il sentimento dei cittadini su determinate situazioni.
La giunta comunale delle Due torri avanza come un blindato su alcune scelte: aumento del bus (con parziale retromarcia) e delle tariffe della sosta, imposizione dei 30 all'ora (che quasi nessuno rispetta) nel 70% dell'area urbana, concomitanza di decine di cantieri, l'avvio della rete del tram. Non tutto ciò piace, ormai è evidente. I cittadini però hanno a disposizione strumenti che possono utilizzare per modificare queste linee d'azione, come raccolte di firme, proteste istituzionali, sondaggi. Poi c'è l'arma sovrana: il voto. Alle prossime elezioni hanno la possibilità di decidere se vale la pena di confermare la fiducia o cambiare squadra.