Editoriale

Piove, ma chi è il ladro?

Piove, e si muore.

Ne abbiamo scritto, ahinoi, anche troppo nell'ultima settimana. Due vittime, città allagate, centinaia di persone sfollate, Emilia Romagna in ginocchio. Domande: l'allerta è stata data nel modo giusto? Si poteva e doveva fare di più per evitare che i fiumi esondassero e che si rompessero gli argini? Chi ha sbagliato? Di chi è la colpa?

Piove, governo ladro? Oppure piove, Regione ladra, sindaci ladri?

Ognuno di noi ha forse il suo ladro prediletto. Ma siamo nel campo delle consuete e stucchevoli polemiche e in fondo stiamo rivedendo i soliti film. Bonaccini (diciamolo: un po' permaloso) non accetta neppure una mezza critica di fronte a quella che definisce la tempesta del secolo e chiede soldi, soldi e soldi al Governo. La Regione Veneto fa la gradassa e dice che loro sono più bravi, visto che non succede mai niente in quel territorio... Urlano tutti e così non è colpa di nessuno. O almeno: il vero colpevole è il clima, la natura che cambia, e quindi non possiamo che alzare le mani di fronte ai cambiamenti climatici appunto.

Un po' è vero, però leggete cosa ha detto Paride Antolini, presidente dell'Ordine dei geologi dell'Emilia Romagna: 'Servono più controlli, risorse e maggiore programmazione sulla manutenzione del territorio'.

Ecco, diamoci da fare, mettiamoci anche in discussione. Magari stiamo sbagliando qualcosa si può dire senza che qualcuno si senta leso nella propria maestà? Va detto che l'Emilia Romagna è, dopo la Lombardia, la regione maggiormente a rischio idrogeologico e frane in Italia. Ma non sappiamo bene se questo dato possa costituire un'attenuante (c'è poco da fare, abbiamo un territorio maledetto) o un'aggravante (proprio perché viviamo in una zona maledetta dobbiamo rimboccarci di più le maniche).