BEPPE BONI
Editoriale
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Prima paghi e solo dopo ti fai visitare

Faccio fatica a capire perché esista il problema dei ticket sanitari non riscossi, che appesantisce il bilancio della sanità in Emilia-Romagna e nelle altre regioni. Basterebbe non erogare alcuna prestazione se prima non sia stato pagato il relativo ticket o se esistano precedenti pagamenti non eseguiti. Con le attuali tecnologie informatiche penso che non sia troppo oneroso organizzare un sistema di controllo preventivo.

Giuseppe Rosa

Risponde Beppe Boni

Prima paghi e poi compri. Dovrebbe essere questa, banalizzando il ragionamento, la giusta via per evitare che una valanga di persone usufruisca delle prestazioni sanitarie senza pagare il conto. In cinque anni (2020-2024) la cifra in rosso tocca i 60 milioni. Il quadro è fornito dalla Regione Emilia-Romagna in risposta ad un’interrogazione del consigliere di Fratelli d’Italia, Marco Evangelisti. Ecco la fotografia dei morosi. C’è un alto numero di cittadini extracomunitari che effettuano visite specialistiche o si rivolgono ai Pronto soccorso degli ospedali e non mettono mano al portafoglio, ma la maggior parte di coloro che non provvedono al pagamento è di origini italiane e risiede in Emilia-Romagna. Il picco è fissato nel 2024 con notevole aumento rispetto agli anni precedenti. Il forte impasse dei ticket non riscossi però inizia già nel 2023 con i residenti in regione che hanno schivato pagamenti per quasi 9 milioni di euro, mentre gli extracomunitari sono arrivati a sfiorare i 2,5 milioni di euro. Nel 2024 per gli italiani che vivono in Emilia-Romagna la cifra schizza a 14,5 milioni di euro e per gli extracomunitari a quasi 4 milioni. Al Pronto soccorso è comprensibile che data l’urgenza a volte (ma non sempre) non si riesca ad incassare, ma sulle visite la soluzione c’è: si paga prima.

mail: beppe.boni@ilrestodelcarlino.it