Editoriale

Punizioni e rieducazione per le baby gang

L’altro giorno già dai notiziari di prima mattina ho appreso con soddisfazione dell'operazione di polizia nelle zone bolognesi ormai calate nel degrado. Molti stranieri anche minori sono stati arrestati e denunciati. Sono state sequestrate ovunque armi, droga e denaro. Ci penseranno i giudici a rendere giustizia per queste situazioni estremamente diffuse.

Augusto Bertocchi

Risponde Beppe Boni

L'operazione della Polizia estesa in tutta Italia con una parte che si è irradiata a Bologna ha portato a 73 arresti (60 maggiorenni e 13 minori) e 142 denunce con sequestri di armi e droga. Sono seguite perquisizioni nelle abitazioni e controlli nei parchi e nelle strade dove abitualmente si ritrovano le bande che oscillano tra delinquenza vera e situazioni di disagio giovanile. Questo è lo scenario scaturito giorni fa dall'operazione della Polizia di Stato.

Un quadro pessimo che mette nero su bianco il fatto che quando si parla di baby gang non si tratta solo di ragazzini che fanno chiasso o spadroneggiano nei parchi. Siamo purtroppo di fronte ad una situazione diffusa di violenza giovanile con forte presenza di stranieri di prima e seconda generazione. Una realtà di cui bisogna prendere atto.

Che fare? Per le istituzioni c'è molto da lavorare. Servono punizioni severe, ma nello stesso tempo, evitando situazioni di impunità, bisogna trovare il modo di rieducare questi ragazzi che hanno ancora una vita davanti. Che non significa perdonarli per i reati di cui si sono resi responsabili. Il dato finale è che le baby gang non vanno sottovalutate. L'operazione della polizia è un campanello d'allarme di cui anche certa politica troppo perdonista deve prendere atto.

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