Quanto sta avvenendo nella piccola Ravenna dovrebbe essere scritto sui manuali di politica al capitolo: ecco cosa non fare per il bene dei cittadini. Eh sì, perché in una città dove – almeno in passato – si cresceva a latte e politica dai partiti ci si aspetterebbe di più. Molto di più. Partiamo dalla fine.
In vista delle imminenti elezioni amministrative, la Lega ha annunciato il proprio candidato sindaco: Alvaro Ancisi, 85 anni, da decenni a capo di una lista civica inserita stabilmente in consiglio comunale e profondo conoscitore della macchina ravennate. Una fuga in avanti che ha spiazzato gli 'alleati' di centrodestra, da Fratelli d'Italia a Forza Italia e che pone degli interrogativi: in una città da sempre governata dal centrosinistra è logico non unire le forze di opposizione? Nonostante l'esperienza è un candidato che ha già perso questa partita più volte, giusto ripresentarlo? Insomma, tutta una serie di interrogativi. Giusti.
Il centrodestra, tra l'altro, avrebbe potuto sfruttare una serie di debolezze che il centrosinistra ha messo in luce nell'ultimo anno. E qui veniamo al secondo punto. L'ex sindaco Michele de Pascale, candidandosi a presidente regionale, partita che ha vinto, ha di fatto paralizzato la città.
È vero, le redini sono state prese in mano da Fabio Sbaraglia, ma sostanzialmente Ravenna è ferma e senza un disegno preciso da tempo. Il Pd ha indicato Alessandro Barattoni, che ha una lunga militanza nel partito, come candidato alla poltrona di primo cittadino: il nome c'è, probabilmente anche le idee, ma niente si può fare fino a quando le urne diranno la loro. Riassumiamo: il centrodestra non ha costruito nel tempo un'alternativa e, diviso, non propone novità; il centrosinistra, che si ripropone, è in attesa da mesi e non propone una visione.
E intanto la città è bloccata, quando invece i problemi restano: da un'economia che non può vivere solo di investimenti nel settore dell'energia a un turismo in affanno soprattutto sui lidi fino alle incertezze legate alle alluvioni che hanno lasciato ferite e insicurezza. Dalla politica ci si aspetterebbe qualcosa di più.