Editoriale

Salvaguardiamo alberi e piante, danno la vita

Bologna, 24 marzo 2023 – Sono una signora di 85 anni e abito in prima periferia. Diverse persone da queste parti hanno l'abitudine di abbattere gli alberi. Ne sono stati tagliati due che avevano 60 anni ed erano sani, non pericolosi e non intralciavano l'ingresso di casa. Sono molto arrabbiata, anche perché uno di questi fioriva sempre: era una gioia, pieno di uccellini e di api. Li hanno tagliati solo perché troppe foglie cadevano a terra. La tendenza è quella di piantare alberi, ma qualcuno fa il contrario. Sono triste, anche perché li avevamo piantati io e mio marito che non c'è più.

Beatrice Rambaldi Risponde Beppe Boni

L'abbattimento degli alberi è sempre una cosa triste, soprattutto se non se ne ravvisa una concreta necessità. A volte in città, dove ci sono case e strade, è necessario intervenire e comunque serve il permesso dell'ufficio comunale che si occupa del verde e dell'ambiente. Non sappiamo se gli alberi che piantarono la signora Beatrice e il marito erano malati o pericolosi. Lei nega entrambe le circostanze. Però le parole di Beatrice, che ha 85 anni, colpiscono al cuore e ci ricordano quanto sia importante, non solo in città, salvaguardare il verde e l'ambiente. A volte è meglio una pianta in più e un muro in meno. Gli alberi sono vita, ci aiutano a respirare e consentono di vivere ad altri esseri, come le api e i passeri. Sono parole che invitano alla riflessione, sono una lezione ambientalista dotata di grande purezza, senza ideologia, che colpiscono la coscienza. A Bologna, ma non solo, si stanno sacrificando, a volte per giusta necessità a volte no, tante piante. C'è da sperare che siano tutti interventi davvero necessari. È inutile fare grandi discorsi sul clima se poi, detto in generale, le ruspe spazzano via inutilmente angoli di verde senza una motivazione convincente. Una cosa del genere è successa nei mesi scorsi sul fiume Samoggia a Calcara. La Regione ha autorizzato l'abbattimento disastroso di diversi ettari di piante, arbusti e alberi, sul greto del fiume dopo anni di incuria in cui sarebbero bastati tagli selettivi. Una scelta poco comprensibile legata alla motivazione dello scorrimento delle acque, quando da anni il letto del fiume si è assestato estremamente in basso data la scarsità di precipitazioni.

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