VALERIO BARONCINI
Editoriale

Quelli delle seconde occasioni: i nostri giganti a cinque cerchi

Da Sara Errani a Gregorio Paltrinieri, passando per lo sfortunato Gianmarco Tamberi: le lezioni di Parigi. Nella vita bisogna andarsele a prendere per cambiare poi dei finali che paiono già scritti

In basso a sinistra: la gioia della romagnola Sara Errani dopo la storica vittoria nel doppio femminile di tennis in coppia con Jasmine Paolini (di spalle). A destra Gregorio Paltrinieri, due medaglie per l’highlander modenese nel nuoto. Sopra: Gianmarco Tamberi e la sua delusione: ma Gimbo ha cercato anche l’impossibile

La gioia della romagnola Sara Errani dopo la storica vittoria nel doppio femminile di tennis in coppia con Jasmine Paolini (di spalle). A destra GIanmarco Tamberi e la sua delusione di ieri sera: ma Gimbo ha cercato anche l’impossibile. Sotto Gregorio Paltrinieri, due medaglie per l’higlander modenese nel nuoto

Le seconde occasioni non capitano per caso. Nella vita bisogna andarsele a prendere per cambiare finali che paiono già scritti. E Sara Errani se l’è andata a prendere, cogliendo l’oro nel doppio femminile del tennis alle Olimpiadi di Parigi in una medaglia che è il simbolo della spedizione delle nostre terre: se l’è andata a prendere fisicamente, muovendosi a rete, lei che per una vita è stata dietro una linea di fondo a palleggiare contro le valchirie del tennis, da Serena Williams a Maria Sharapova; e se l’è andata a prendere mentalmente, lei che per una vita ha vinto tutto nei tornei più importanti, quelli del Grande Slam, ma che poi aveva divorziato dalla storica compagna di tante battaglie (Roberta Vinci) e infine era rimasta inguaiata in una storia di doping con tanti aspetti insensati. Precipitando in classifica. Ma forse mai davvero nel morale.

Sara Errani era quella dei tortellini dopati (ma non azzardatevi a dire che è emiliana anche se è nata a Bologna, è di Massa Lombarda nella Romagna che sfiora la Bassa), era quella delle tante finali individuali perse, era quella che “batte da sotto”, la battuta della vergogna, sbertucciata dai soliti leoni da tastiera che giocano a tennis sui social ma le finali Slam non le hanno mai fatte. Sara Errani è il simbolo di queste nostre terre operaie, lavoratrici, non a caso femminili e plurali (Emilia, Romagna, Marche). Sara Errani è la seconda occasione, l’occasione d’oro che arriva a 37 anni, che ci insegna che anche battendo da sotto si può vincere, che anche se la vita ti ha buttato giù si può risalire.

E la seconda occasione l’aveva avuta Giammarco Tamberi nel salto in alto con l’oro di Tokyo, ma necessitava di un’altra chance dopo un infortunio. Sembrava si fosse ripreso. Ma le coliche renali di domenica scorsa l’hanno debilitato e già la qualificazione alla finale dopo il ricovero in ospedale aveva il sapore di qualcosa di miracoloso. Ma neanche 24 ore prima della gara di ieri che sarebbe comunque stata difficilissima, Gianmarco Tamberi è tornato in ospedale, vomitava sangue come ha raccontato lui stesso. Si stava per arrendere, ma no, è tornato in pedana. È stato eliminato, ha pianto, e noi con lui. Ma grazie per tutto quello che ha fatto o che ha, comunque, cercato di fare. Gimbo monumento marchigiano, italiano, mondiale.

Gimbo e Sara, capitani di vita e di sport: non è un caso che entrambi siano appassionatissimi di pallacanestro e, dal playground più famoso d’Italia, quello dei Giardini Margherita di Bologna, abbiano spiegato quanto più che il risultato (che conta, certo), conti anche il viaggio, la testa, l’attitudine.

Tutte caratteristiche hanno avuto i nostri medaglisti: dall’argento di Marini nel fioretto a squadre al bronzo storico di Sofia Raffaeli nel concorso individuale della ritmica, dal bronzo e argento di Gregorio Paltrinieri nelle distanze lunghe del nuoto in vasca all’argento di Federico Nilo Maldini nel tiro a segno della pistola 10 metri, al bronzo a squadre della ‘farfalla’ ferrarese d’adozione Alessia Maurelli nella ginnastica.

Ci sono occasioni, ci sono anche le seconde occasioni. Ed è questa la lezione che portiamo a casa da Parigi.